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Di Maio “à la Salvini”: convoca tutti i ministri 5Stelle nel suo ministero. Conte infuriato

Ieri il neo ministro degli esteri, Di Maio, ha convocato alla Farnesina tutti i ministri del M5S per fare – udite udite – il “punto sui provvedimenti da portare avanti”. E tutti si sono chiesti per quale motivo lo abbia fatto lui e non Conte. Quella di Di Maio è suonata una mossa “a la Salvini”. E Conte, giustamente, non l’ha presa affatto bene. Il nuovo governo doveva nascere con nuovi valori, e Di Maio ha pensato bene di fare subito uno sgarbo istituzionale. Di Maio è dunque un ministro che convoca nel suo dicastero metà dei ministri del governo. Ci ricorda qualcuno?

Come capo politico del movimento, infatti, l’incontro doveva avvenire in un’altra sede e sarebbe stata una normale riunione di partito, come ministro, invece, si sovrappone a Conte a cui spetterebbe convocare e presiedere vertici di governo.

Proprio il presidente del consiglio non manca occasione per ribadire la necessità di non effettuare sovrapposizioni tra i ruoli e le competenze all’interno dell’esecutivo. È evidente che per Di Maio è stata solo una mossa propagandistica, un’occasione per comunicare che lui è il leader dei cinque stelle nel governo, il dominus dell’esecutivo, mentre Conte continuerà ad essere una figura di rappresentanza.

Di Maio per lanciare il suo messaggio ha voluto pubblicare una foto ricordo del vertice su Facebook. Ma come giustificare un incontro assolutamente inutile e farlo sembrare importante? Ecco le prime righe del post: “C’è tanto lavoro da fare e non abbiamo tempo da perdere. Anche per questo motivo oggi ho incontrato i ministri M5S alla Farnesina”.

Ma era veramente indispensabile questa riunione? Di Maio rivela il tema più importante di cui si è discusso: il taglio dei parlamentari. Aridaje. Cosa c’entrano gli altri ministri del M5S con il taglio dei parlamentari da votare in quarta lettura alla camera? Mistero… Il post si chiude con il goffo e malcelato tentativo di ribadire che è lui il capo: “Vorrei infine ringraziare il presidente Conte per il lavoro che sta continuando a svolgere. Sono certo che riuscirà ad essere garante anche di questo nuovo governo”.

Conte, quindi, non deve neanche provarci a sentirsi e ad agire come un presidente del consiglio, lui è solo un garante, un notaio, un mediatore. In altre parole quello che dà – o vorrebbe dare-  l’indirizzo politico al governo rimane Di Maio. Poveretto.

 

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