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Di Maio: “Risalirei sul balcone anche domani”. Non c’è mai fine al peggio: fermateli

“Risalirei sul balcone anche domani”. Di Maio insiste, e rilancia. Tipico di questo governo che invece di chiedere scusa per le toppe che prende, rincara la dose. Come Salvini che ha detto, tranquillamente, che la foto fatta con il capo ultrà condannato per traffico di droga, la rifarebbe. Di Maio lo imita, come accade dall’inizio. “Non c’è stata la procedura d’infrazione e porto tutte le misure a casa, sono ancora più contento di mantenere le promesse senza nessuna spada di Damocle”, ha quindi assicurato il vicepremier.

In realtà non è così. C’è la paura per l’aumento dell’Iva fino al 26,5% e il reddito di cittadinanza è un terzo di quello promesso. Oggi la manovra approda al Senato, dove entro le 13 dovranno essere presentati i subemendamenti dopo l’accordo raggiunto con Bruxelles. Si va verso il voto di fiducia.

“Una procedura di infrazione andava evitata, avrebbe avuto un costo politico molto elevato”, ha spiegato il premier Conte in un’intervista al Corriere della Sera. Capitolo Reddito di cittadinanza, Di Maio dice: “La questione del conto in banca no, perché è complicato fare un monitoraggio del genere. Noi usiamo l’Isee. Si parte a fine marzo, come ho sempre detto: il primo aprile no, mi rifiuterò categoricamente, le ironie si sprecherebbero”. Il riferimento del simpaticone è al pesce d’aprile.

“A fine febbraio-inizio marzo iniziamo: quota 100 e le pensioni minime”. Cambiare la Ue. “Questo modo di fare contabilità pubblica deve cambiare. Il fatto di aver evitato la procedura di infrazione mi rende molto contento, ma questa Europa deve cambiare e il 2019 con le elezioni europee deve essere l’occasione per eliminare una serie di convenzioni legate alla austerity che richiederanno nei prossimi anni un cambiamento epocale”, ha spiegato il leader politico M5s.

Anche Matteo Salvini ha difeso la manovra economica a Radio Anch’io. “Ci sono più di 20 miliardi nel triennio per smontare la legge Fornero. Da zero a venti miliardi – ha aggiunto – E grazie a questa manovra 500mila italiani potranno scegliere di andare in pensione prima. Se i tecnici dicono che i soldi per l’anno prossimo sono sufficienti io di loro mi fido. Sono estremamente felice di questo primo passo”.

Il governo non cade. “Io e Di Maio come Bud Spencer e Terence HIll? Sono stati due grandi, io sarei Bud Spencer, visto che rispetto a Di Maio ho qualche chilo in più. Sono stai due grandi come Tognazzi, Villaggio e altri”, ha detto ai Lunatici, su Rai Radio 2. “Andremo avanti ancora a lungo, più ci augurano la caduta, più ci allungano la vita”.

Tagli all’agricoltura. Salvini ha poi ribadito che l’Italia “non voterà” il prossimo bilancio europeo se non salteranno i tagli all’agricoltura e alla pesca. “Se spendono 15 miliardi per gli stipendi per i burocrati, 7 miliardi per la Turchia e tagliano i soldi agli agricoltori italiani noi non voteremo mai quel bilancio”.

Soldi all’editoria. “Penso che parte di questi soldi possano essere spesi per chi è davvero in difficoltà”. Per il ministro dell’Interno “in un momento in cui si chiedono sacrifici a tutti, penso che siano troppi 130 milioni di euro che i cittadini italiani, quando faticano a tirare a fine mese, danno ogni anno a giornali”.

 

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