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Influenza in arrivo in autunno: come distinguerla dal Covid per non mandare in tilt gli ospedali

Il numero di contagi continua a salire, e di pari passo sale la preoccupazione del governo e dei cittadini italiani. Soprattutto perché l’estate sta finendo e l’autunno è alle porte. E l’autunno alle porte significa anche l’arrivo dell’influenza stagionale. Viste le norme messe in campo, a questo punto, tutti si chiedono: come si farà a distinguere una normale influenza dal Covid? Manila Alfano su Il Giornale ha spiegato – riprendendo una ricerca effettuata su 30 volontari da Carl Philpott dell’Università dell’East Anglia in Gran Bretagna – cosa deve mettere in allarme una mamma alle prese con un bambino febbricitante? Ecco le risposte che sono emerse, una sorta di guida utile a tutti.

“La perdita dell’olfatto che può accompagnare il coronavirus è unica e diversa da quella vissuta da qualcuno con un ‘brutto’ raffreddore. Le persone prese in esame erano così divise: 10 con Covid-19, 10 con un ‘brutto’ raffreddore e 10 sane senza sintomi di raffreddore o influenza. La perdita dell’olfatto era molto più profonda nelle persone con Covid-19, cioè erano meno in grado di identificare gli odori. Ma ci sono altri segnali che potrebbero mettere in allarme o al contrario sollevare. Di solito la perdita dell’olfatto è una perdita improvvisa e grave e non si accompagna a naso chiuso o naso che cola: la maggior parte delle persone colpite da coronavirus può ancora respirare liberamente”.

“Sembra che ci siano davvero caratteristiche specifiche che distinguono il coronavirus dagli altri virus respiratori. Questo è molto importante perché significa che i test dell’olfatto e del gusto potrebbero essere utilizzati per separare pazienti con Covid-19 e persone con un raffreddore o influenza normali. Un altro segno caratteristico del Covid sembra essere, insieme alla perdita dell’olfatto, quella del gusto: anche in questo caso le differenze tra la ‘normale’ perdita di gusto dovuta a congestione nasale e il sintomo del coronavirus paiono essere abbastanza marcate: in particolare, i pazienti affetti da coronavirus con perdita del gusto non sono davvero in grado di distinguere tra amaro o dolce. Gli esperti sospettano che questo sia dovuto al fatto che il virus pandemico colpisce le cellule nervose direttamente coinvolte con l’olfatto e la sensazione del gusto”.

“Chi sospetta un contagio potrebbe anche – continuano gli scienziati – fare da solo test dell’olfatto e del gusto a casa usando prodotti come caffè, aglio, arance o limoni e zucchero”. I sensi dell’olfatto e del gusto ritornano normali entro poche settimane nella maggior parte delle persone che si riprendono dal coronavirus. “L’influenza ha meno giorni di incubazione e un intervallo seriale più breve, e quindi si trasmette più velocemente. Se l’intervallo del Covid-19 è di 5-6 giorni, quello dell’influenza è di 3. A differenza delle influenze, la tosse, in caso di Coronavirus è secca e stizzosa e insistente. E sono in molti tra esperti e virologi a spingere per la vaccinazione anti-influenza, strumento chiave, spiegano, per contribuire nei prossimi mesi alla tenuta del Servizio sanitario nazionale alle prese con la pandemia di Covid”.

“La vaccinazione antinfluenzale, come pure quella antipneumococcica – dice al Giornale l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, tra i sostenitori del vaccino – dovrebbe essere allargata anche a tutti i bambini e ragazzi che frequentano le scuole e l’università. Altrimenti il rischio è che il prossimo autunno al primo colpo di tosse, alle prime 4 lineette di febbre, il sistema salta per aria”.

 

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