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Don Roberto, il sindaco che fa il lutto cittadino è lo stesso che lo multò perché aiutava i poveri

Bei paradossi, classici di un certo ambiente. Il sindaco di Como che dichiara il lutto per don Roberto – pensate un po’ – è lo stesso che lo multava perché sfamava i poveri. Mario Landriscina, che guida una giunta di centrodestra – ha annunciato il lutto cittadino per l’omicidio di don Roberto Malgesini, “il prete degli ultimi” ucciso a coltellate da un migrante tunisino, che il religioso conosceva e che in più di una occasione aveva aiutato. L’omicidio è avvenuto mentre don Roberto stava caricando la sua macchina con le colazioni per i senzatetto della città, come faceva tutte le mattine.

La Lega, con Salvini in testa, non vedeva l’ora di sfruttare mediaticamente un omicidio avvenuto per mano da parte di un migrante, e così ha fatto partire la sua solita campagna. In più, trattandosi di un religioso, la Lega ha pensato bene che era il caso perfetto per strizzare ancor di più l’occhio a quell’elettorato cattolico che coi poveri, a differenza di don Roberto, non si è proprio mai sporcato le mani. Peccato, dunque, che se si va a guardare indietro, ci si ricorderà delle molte delle azioni che proprio la giunta di Landriscina ha messo in campo anche contro don Roberto.

Fece scalpore, ad esempio, la vicenda dell’assessora ai servizi sociali Angela Corengia che toglieva una coperta di dosso a un senzatetto mentre dormiva e la gettava via. Ma quello è stato solo l’ultimo di una serie di episodi che con la solidarietà che don Roberto predicava con le sue azioni concrete quotidiane nulla hanno a che vedere. E nulla hanno a che vedere con la Lega, con Salvini e con la giunta comasca. La giornalista Manuela D’Alessandro dell’Agi racconta un episodio di cui era stato protagonista don Roberto: “Alla fine dell’anno scorso quando il sindaco aveva vietato la distribuzione di alimenti sotto ai portici ai poveri tra le proteste della Caritas, i volontari del gruppo da lui guidato avevano continuato a nutrirli e la Polizia Locale gli aveva inflitto una multa, poi ‘archiviata’”.

“Non aveva reagito – ricorda chi gli stava vicino – niente commenti, né interviste. Non ne ha mai concessa una sebbene fosse molto popolare”. La battaglia a clochard, migranti e mendicanti è sempre stato un tratto che ha contraddistinto l’azione di governo della giunta Landriscina. Sindaco dal 27 giugno 2017, il suo primo “regalo” per le persone che don Roberto aiutava, lo fece in occasione del Natale di quell’anno, con l’ordinanza anti-clochard: “Via le panchine dove decine di immigrati bivaccavano, sporcavano, urinavano, urlavano e tanto per gradire minacciavano chi osava obiettare”.

Poi lo stop al centro di accoglienza. E poi ancora lo stralcio di bandi per l’assistenza a “profughi” adulti. E cosa scrive, oggi, Landriscina nell’ordinanza che ha firmato per dichiarare il lutto cittadino in occasione delle esequie di don Roberto? Il sindaco scrive: “Quanto è accaduto ci priva in maniera così brutale di un Sacerdote, di una Persona, di un nostro concittadino, che ha dedicato la sua stessa esistenza, senza risparmio, a quella degli altri. Abbiamo quindi l’opportunità di ritrovarci come comunità solidale avendo l’occasione di partecipare sinceramente al grande dolore dei Familiari, della intera Diocesi e facendo proprio il dolore anche di quanti lo hanno sostenuto ed aiutato e di coloro che hanno da lui ricevuto conforto concreto, spirituale e soprattutto amore”. Ecco, di preciso, a quale solidarietà fa riferimento il sindaco con la sua giunta? Povero don Roberto.

 

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