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“I medici siano tutti obiettori”. Adinolfi contro l’aborto, il web si scatena: è guerra social (che non risparmia il papa)

I tempi sono cambiati, in questo Paese. E conquiste scolpite negli anni e ormai date per scontate tornano improvvisamente in discussione. L’aborto è il tema sul quale si discute in questi giorni, con ritrovata ferocia. Il mondo cattolico, giocando di sponda con il ministro Fontana, è tornato alla carica, sancendo così la pace con il governo gialloverde dopo tante incomprensioni. Non è un caso se papa Francesco abbia messo l’interruzione di gravidanza al centro del suo ultimo intervento, paragonandola all’operato di un sicario. Parole forti, per molti inattese nonostante le posizioni della Chiesa in merito siano note da tempo. E che hanno riacceso la polemica. Silvio Viale ha replicato al pontefice difendendo il suo operato come medico, così come è subito scesa in campo l’associazione Luca Coscioni.

Nell’arena cartacea e virtuale è sceso anche Mario Adinolfi, scatenando al solito i social italiani. Sulle pagine di La Croce, il giornalista ha parlato di Viale come di un medico che “si vanta di uccidere bambini”. Ha elogiato il giudice americano Kavanaugh della Corte Suprema americana, la cui elezione ha riacceso il dibattito sull’aborto negli Stati Uniti. Ha parlato di “una fase cruciale” per la cancellazione dell’interruzione di gravidanza dalla faccia della Terra. E ha posto un obiettivo ben preciso: “trasformare il 100% dei medici in obiettori”, aggiungendo poi che il disprezzo della vita è a suo giudizio alla base di ogni male del mondo.Particolarmente duro anche l’appello lanciato alla fine dell’articolo, dove Adinolfi scrive senza troppi giri di parole: “Basta sicari, basta nazisti in guanti bianchi che vogliono decidere chi ha diritto a vivere e chi no praticando selezioni eugenetiche insensate e violentissime, basta medici che giocano a essere Dio”. Parole che ovviamente hanno scatenato reazioni violente sui social, con tanti utenti a scagliarsi contro il giornalista. Un po’ affranto, un utente ha commentato: “Non avrei mai pensato che nel 2018 saremmo arrivati a rimettere in discussione diritti che i nostri genitori si sono faticosamente conquistati dopo anni e anni di dure battaglie”.

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