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Gas Russia, Peskov: “Dopo Polonia e Bulgaria, stop forniture a chi non paga in rubli”

Sale la tensione in Europa e il prezzo del gas schizza alle stelle dopo la decisione della Russia di bloccare il rifornimento a Polonia e Bulgaria. I due Paesi si sono infatti rifiutati di pagare il gas russo in rubli, come stabilito da un recente decreto firmato dal presidente Vladimir Putin. E così, allo scadere dell’ultimatum di Mosca fissato per il 27 aprile, i russi hanno letteralmente chiuso i rubinetti del gas. Ad infiammare gli animi ci pensano poi diversi esponenti di primo piano di Mosca rilasciando dichiarazioni minacciose a cui i vertici dell’Unione europea rispondono per le rime.

La Russia minaccia di chiudere il gas a chi non paga in rubli

“La richiesta di pagare in rubli il gas russo non è un ricatto”, taglia corto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov precisando che, dopo Polonia e Bulgaria, la Russia interromperà le forniture di gas anche agli altri Paesi “ostili” che rifiutano di pagare in rubli in gas russo. “La Russia resta un fornitore affidabile di energia e non scende a ricatti”, aggiunge il portavoce di Putin che però non indica il numero preciso dei Paesi che avrebbero già accettato di acquistare il gas in moneta russa. Peskov conclude promettendo che le forniture di gas a Bulgaria e Polonia riprenderanno quando i due Paesi cominceranno a pagare in rubli.

Poco prima he Dmitri Peskov mettesse definitivamente in chiaro la posizione di Mosca sul ‘caso gas’, era stato Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, la Camera Bassa del Parlamento russo, ad alzare il tiro contro l’Europa. “La stessa cosa deve essere fatta con gli altri Paesi che ci sono ostili”, così Volodin commenta caustico la decisione di chiudere i rubinetti del gas a Bulgaria e Polonia.

La risposta dell’Unione europea però non si fa attendere. “Non accettiamo ricatti”, tuona la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “L’Unione europea non sarà ricattata e il Parlamento europeo chiede l’immediato embargo paneuropeo sulle forniture energetiche controllate dal Cremlino. È ora di tagliare le nostre dipendenze dagli autocrati una volta per tutte”, le fa eco su Twitter la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola.

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