Quante giravolte riuscirà ancora a collezionare Matteo Salvini da qui ai prossimi mesi? Una domanda dall’esito tutt’altro che scontato, considerando la velocità con cui il leader della Lega sembra ormai incline al cambiamento di idea. Su tutti i fronti, nessuno escluso, a partire dal sostegno a Mario Draghi. No assoluto, poi forse, infine assolutamente sì. Con tanto di passo indietro anche nei confronti dell’Ue, persino sul tema dei migranti pure particolarmente caro al Carroccio. Ma le sorprese non sembrano finite.Salvini in queste ore ha chiarito: “Preferisco essere nella stanza dove si decide come vengono usati i famosi 200 miliardi”. Segnando così la definitiva trasformazione di un leader che prima guardava all’Europa con sospetto e ora pare invece allineato perfettamente alle regole dell’Unione. Con il rischio di dover ingoiare presto, però, un altro boccone indigesto: il no di Mario Draghi, premier incaricato da Mattarella, alla flat tax.

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