Mario Draghi vuole “riprendersi” la Libia. L’Italia deve tornare protagonista dopo gli ultimi anni vissuti da spettatrice. Il piano del premier italiano è chiaro: un ruolo per il nostro Paese in cambio di opere. Aziende pubbliche e private tornano ad operare su larga scala grazie alle garanzie promesse dal nuovo governo di unità nazionale diretto dall’uomo d’affari misuratino Abdel Hamid Dabaiba, che a circa un mese dalla nomina non nasconde l’intenzione di fondare il processo di pacificazione interno proprio sulla ripresa economica e sul commercio con l’estero, incentrato sull’export di gas e petrolio. (Continua a leggere dopo la foto)

Come riporta il Corriere, è “questo il quadro che ha caratterizzato ieri la visita a Tripoli della delegazione del Consorzio Aeneas, formato da cinque aziende private e guidato dal suo fondatore, Elio Franci, oltreché di quella dell’agenzia pubblica italiana per il servizio aereo Enav”. Oggi è invece la volta del premier Mario Draghi che incontrerà proprio Dabaiba per suggellare gli aspetti più politici nella svolta che si vuole imprimere alle relazioni italo-libiche. (Continua a leggere dopo la foto)

I contenuti economici costituiscono l’essenza dell’accordo. Scrive ancora il Corriere: “Il solo Consorzio vale contratti che ammontano a circa 80 milioni di euro per la messa in operatività dell’aeroporto internazionale di Tripoli, devastato in più riprese tra il 2014 e 2019 dagli scontri tra milizie, che dalla caduta del regime di Gheddafi dieci anni fa hanno squassato il Paese intero. La somma verrà divisa tra le società che lo compongono: Escape, Axitea, Twoseven, Lyon Consulting, Orfeo Mazzitelli”. (Continua a leggere dopo la foto)