I contagi, complice il diffondersi delle varianti, tornano a salire in modo preoccupante, così come il numero dei morti. Mario Draghi sceglie dunque di continuare sulla linea della massima cautela. Nessuna riapertura, come invece vorrebbe una parte del nuovo governo, Salvini in testa. Il presidente del Consiglio, che pure non è sordo alle pressioni politiche di chi invoca l’allentamento dei divieti, intende muoversi sulla base dei numeri e della curva del virus. E i numeri tornano a fare davvero paura. Cosa farà dunque il premier? (Continua a leggere dopo la foto)

Il 5 marzo scade il Dpcm firmato da Giuseppe Conte. Come riporta il Corriere, “l’ex presidente della Bce è al lavoro sul nuovo provvedimento, che manterrà la divisione in zone colorate, ma introdurrà correttivi per restringere o allargare a seconda delle zone. Draghi avrebbe voluto un decreto, per marcare la discontinuità e soprattutto per lasciare più spazio al Parlamento. Ma i tempi sono stretti, il presidente vuole che gli italiani siano informati con anticipo e così per questa volta potrebbe arrendersi allo strumento del Dpcm”. (Continua a leggere dopo la foto)

Draghi insomma accelera, ma vuole che le Camere abbiano il tempo di esprimersi. E così oggi il ministro della Salute sarà a Palazzo Madama e poi a Montecitorio per spiegare lo scenario in cui stanno maturando le decisioni del governo. Alla cabina di regia politica con Draghi, però, gli esponenti dei partiti sono arrivati con posizioni anche opposte, divisi tra rigoristi e aperturisti. Una spaccatura che ha innescato qualche momento di tensione. (Continua a leggere dopo la foto)