Tre giorni di serrate trattative, non privi di momenti di altissima tensione. Con l’annuncio, poi, del rinvio a lunedì 20 luglio, quando nel pomeriggio i lavori riprenderanno alla ricerca di una soluzione finale. La notizia dell’ennesimo slittamento delle conclusioni del Consiglio Europeo è stata accolta dall’Italia come un “segnale positivo”, la prova che qualcosa si è mosso dopo tante scintille. Con Conte a ricordare, ammonendo il collega olandese Rutte: “Il mio Paese ha una dignità, esistono limiti che non vanno superati”.
Un moderato ottimismo, comunque, inizia a filtrare anche da oltre i confini. Danimarca, Svezia e Finlandia sembrano aver deciso di ammorbidire un po’ le rispettive posizioni, consapevoli della gravità assoluta che rappresenterebbe uno strappo tra Paesi Ue. Lo scoglio più roccioso è sempre lui, Mark Rutte, il premier olandese che continua a non voler cedere anche per convenienza personale: fra non molto si andrà al voto in Olanda e non mostrarsi accomodante sarebbe un errore imperdonabile, anche a costo di rischiare il patatrac internazionale.
Continuano, intanto, gli aneddoti e le ricostruzioni intorno a uno dei meeting più complicati della storia europea. La stampa francese racconta di un Emmanuel Macron a sua volta su tutte le furie, con tanto di pugni battuti sul tavolo durante la plenaria per manifestare la sua rabbia verso le resistenze a oltranza dei Paesi frugali. Secondo alcune fonti, il capo dell’Eliseo se l’era presa in particolare con il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, che aveva lasciato la riunione per rispondere al telefono: “Vedete? Non gli interessa, non ascolta gli altri. Ha un atteggiamento negativo”.Conte, scontro totale con l’Olanda: “L’Italia ha una dignità, non superate i limiti”