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Manovra, Cacciari difende la Meloni: “Non è colpa sua”

Massimo Cacciari corre in difesa di Giorgia Meloni. Chi l’avrebbe mai detto che il filosofo di sinistra, volto noto delle trasmissioni tv, si sarebbe schierato con il premier di centrodestra. In realtà Cacciari, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, non assolve la Meloni dalle sue responsabilità politiche, ma la infila nello stesso calderone “di tutti i governi che si sono succeduti da 30 anni a questa parte”.

Massimo Cacciari difende Giorgia Meloni

“Siamo in una politica economica che da almeno 30 anni redistribuisce a rovescio, cioè l’opposto di una politica progressiva sul piano fiscale. – dichiara Massimo Cacciari a Otto e mezzo – E non è che sia colpa della Meloni, è colpa di tutti i governi che si sono succeduti da 30 anni a questa parte. La grande colpa della sinistra è stata quella di non aver mai proposto una politica economica di sinistra”.

“Da anni si va avanti con quello che dice l’Ue e i binari sono quelli. – affonda ancora il colpo il filosofo – Dopodiché, su quei binari un treno può andare a 10 km all’ora, la Meloni può andare anche a 20 o 30 km all’ora ma binari obbligati su cui va sono quelli. E sono gli stessi binari su cui sarebbero andati Letta e company. Questa è la verità”.

“Ci sono alcune cose come il tetto al contante che sono giustamente criticabili e che andavano evitate. – prosegue Massimo Cacciari – Ma per onestà intellettuale tutti si dovrebbero chiedere che cosa si sarebbe potuto fare di diverso. Sarebbe interessante chiedere l’opinione di Draghi, che sicuramente è stato ascoltato, eccome, dalla Meloni. Il problema è che per proteggere i ceti più deboli, sarebbero necessarie delle manovre soprattutto di redistribuzione sul piano fiscale. Manovre che nessuna forza politica ha mai proposto, né propone”.

“Certamente le risorse per proteggere i più deboli non si possono trovare aumentando ulteriormente il debito. Quindi, non raccontiamoci palle, ben poco di diverso sarebbe stato possibile fare, chiunque fosse stato al governo. Una minima probabilità di sviluppo di questo paese non dipende tanto da questa manovra quanto dalla realizzazione del Pnrr. E allora sarebbe interessante chiedere a che punto è, perché sono lì i soldi per una eventuale ripresa, non certo dalla manovra”, conclude Massimo Cacciari.

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