Nel corso di una seguitissima puntata di Quarto Grado, il noto caso Garlasco è stato nuovamente portato sotto i riflettori. A fornire una nuova prospettiva è stato Mario Venditti, ex procuratore capo a Pavia, il quale ha deciso di chiarire pubblicamente il suo coinvolgimento nelle indagini che hanno segnato profondamente l’Italia. Venditti ha scelto di partecipare a un’intervista televisiva estesa per affrontare le critiche e le incertezze che ancora circondano l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 nella sua casa di via Pascoli.
Con un’apertura decisa, l’ex magistrato ha precisato: “Non ho mai condotto indagini su Alberto Stasi; quelle erano sotto la giurisdizione della procura e del tribunale di Vigevano. La mia attenzione si è concentrata unicamente su Andrea Sempio“. Questa dichiarazione ha riacceso l’interesse sull’alternativa investigativa che coinvolgeva il giovane amico del fratello della vittima, sebbene mai formalmente accusato. All’epoca dei fatti, Sempio, poco oltre i vent’anni, era stato già esaminato su segnalazione della madre di Stasi, l’unico condannato per l’omicidio.

“Indagini su Andrea Sempio: La Verità di Mario Venditti”
Mario Venditti, responsabile dell’inchiesta su Sempio, ha illustrato i tre punti fondamentali del suo lavoro: lo scontrino del parcheggio di Vigevano del giorno del delitto, tre chiamate effettuate da Sempio verso la casa di Chiara nei giorni precedenti l’omicidio, e le analisi del DNA. Questi elementi, secondo il procuratore, non hanno mai fornito prove sufficienti per procedere contro Sempio. “Fu la madre di Stasi a denunciare Sempio, ma non sono mai emersi elementi concreti nelle intercettazioni o altrove”, ha sottolineato.

Venditti ha poi ribadito con fermezza la sua imparzialità rispetto agli indagati, sottolineando che il suo lavoro è stato una “rivalutazione di elementi già esaminati dai giudici, dalla corte d’Appello e dalla Cassazione”. Ha voluto chiarire questa posizione alla luce delle recenti controversie e delle nuove indagini che ipotizzano la presenza di più persone sulla scena del crimine. Tuttavia, l’ex procuratore è stato categorico: “Andrea Sempio non ha nulla a che fare con l’omicidio, sulla scena del crimine c’era solo una persona e non era lui”.

Alla domanda su un possibile ripensamento, Venditti ha risposto con decisione: “Assolutamente sì, per la sentenza e per me sulla scena del crimine c’era una sola persona”. Un’affermazione che sottolinea la sua convinzione sulla colpevolezza di Alberto Stasi, condannato nel 2015 a 16 anni di reclusione. Nonostante le indagini continuino ad esplorare nuove piste e prove, il caso di Garlasco rimane uno dei più complessi della cronaca nera italiana, con una verità che sembra ancora lontana per molti.