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“Eitan deve tornare in Italia”: il destino del piccolo “rapito da suo nonno”

Un rapimento di due giorni da parte del nonno materno, che ha portato il piccolo Eitan in Israele con un volo privato, forse partito dalla Svizzera. L’uomo, Smhuel Peleg, è ora indagato a Pavia per sequestro di persona aggravato. L’avvocato Cristina Pagni, uno dei legali di Aya Biran, zia paterna e tutrice legale di Eitan, era stata nelle scorse ore in tribunale per “parlare col giudice tutelare per attivare la Convenzione internazionale dell’Aja” che riguarda gli aspetti civili delle sottrazioni internazionali di minori.

"Eitan deve tornare in Italia": il destino del piccolo "rapito da suo nonno"

Come ricostruito dai legali Sevesi, Carsaniga, Polizzi, che rappresentano Shmuel Peleg, l’uomo avrebbe agito di impulso al momento di rapire il bambino, 6 anni e unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone,”dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato dalle condizioni di salute del nipotino. Ci impegneremo perché vengano riconosciuti i diritti della famiglia materna, dopodiché confidiamo che Shmuel ritorni ad avere fiducia nelle istituzioni Italiane e ci impegneremo in tal senso”.

Cosa succederà ora? Con tutta probabilità, le autorità israeliane dovranno restituire il piccolo Eitan al suo tutore in Italia. Come rivelato da Repubblica, un parere legale del governo israeliano emesso da esperti dei ministeri degli Esteri e della Giustizia ha infatti sottolineato che portare Eitan Biran in Israele, contro la volontà del suo tutore legale, costituisce probabilmente un rapimento, come riportato anche da Channel 12 News.

Il documento afferma che la mossa messa in atto dal nonno materno di Eitan ha violato la Convenzione dell’Aia sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, una legge adottata da Israele nel 1991. Secondo la legge, le autorità israeliane devono fare tutto quanto in loro potere per restituire il ragazzo al suo tutore legale in Italia il prima possibile. Il tutore legale di Eitan, Aya Biran-Nirko, la sorella residente in Italia del defunto padre del bambino, ha presentato denuncia alla polizia italiana affermando che il bambino è stato rapito dal nonno materno.

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