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Elezioni, la flat tax di Salvini: togliere (tasse) ai ricchi per aumentarle ai poveri

A scapito della retorica, l’idea della flat tax che vuole Salvini nasconde molte insidie.

La proposta della flat tax da parte del centrodestra peserebbe maggiormente sui redditi più bassi. Anzitutto per i costi collettivi: l’aliquota del 15 percento, avrebbe costi intorno ai 50 miliardi. Se si alzasse l’aliquota dal 15 al 23 percento, però, si risparmierebbero tra i 20 e i 30 miliardi.

Chi ne gioverebbe? Anzitutto c’è un ostacolo costituzionale, laddove la nostra Costituzione, all’articolo 53 recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Sottintesa, dunque, un’interpretazione progressiva della tassazione. Che però naufraga sui redditi e sul nero.
Non è difficile individuare la convenienza per i redditi più alti, ma è ancora più evidente il divario con i redditi bassi. Secondo la Uil sarebbero i redditi più bassi, entro i 27 mila euro. quelli più colpiti: un cittadino con un reddito di 11 mila euro lordi l’anno dovrebbe pagarne 1.819 di tasse in più, il 200% e via discorrendo.

Per chi ha più di 50 mila euro le tasse diminuiscono del 43%. Gli effetti negativi sarebbero compensati detrazioni stimate intorno ai 5 mila euro. Un sistema che dovrebbe restare in equilibrio sulle decisioni politiche che di volta in volta dovrebbero “ricordarsi” delle detrazioni.

Restiamo sull’aliquota del 23 percento, quella più logica in qualche modo. Ma cosa significa in termini pratici?

Di seguito, le attuali aliquote IRPEF nella tassazione, di per sé già piuttosto alte:

– Redditi fino a 15.000 euro: 23%;
– Redditi da 15.000 a 28.000 euro: 25%;
– Redditi da 28.000 a 50.000 euro: 35%;
– Redditi oltre 50.000 euro: 43%.

Gli attuali scaglioni chi ha un reddito fino a 15 mila euro paga già il 23 percento di tasse, perciò non trarrebbe alcun vantaggio dalla Flat Tax. Ma anche un reddito medio, pari a 25 mila euro annui, ricaverebbe in questo modo un vantaggio inferiore ai 20 euro al mese.

Prendiamo, invece, un’entrata di 60 mila euro, ovvero appartenente alla fascia più alta (con aliquota attuale del 43%): in questo caso si avrebbe con la flat un recupero di circa 5.700 euro l’anno passando a una tassazione del 23%.

Da aggiungere al ragionamento: come si recuperano i costi per la collettività in termine di tagli e diminuzione dei servizi? Secondo gli economisti della Lega con l’emersione del nero. Auguri.