
Una tranquilla notte a Torino si è trasformata in un incubo quando un’esplosione improvvisa ha devastato un edificio in via Nizza 389, quartiere Lingotto. Era il 29 giugno, quando alle 3.10 del mattino un boato ha infranto il silenzio, svegliando i residenti e lasciando dietro di sé distruzione e tragedia. Tra le vittime, il corpo di Jacopo Peretti, 35 anni, è stato rinvenuto carbonizzato. L’incendio che ne è seguito ha distrutto tre appartamenti e lasciato più di 40 persone senza casa.
Nuovo sviluppo nelle indagini
Le indagini hanno preso una svolta decisiva con l’arresto di un uomo di 40 anni, sospettato di aver deliberatamente causato l’esplosione. Si tratta di una guardia giurata, ex fidanzato di una delle inquiline, che si trovava in vacanza all’isola d’Elba. Le accuse contro di lui sono gravi: omicidio doloso e crollo doloso. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe agito per vendetta personale, puntando a spaventare l’ex compagna.
Inizialmente si era ipotizzata una fuga di gas, ma le indagini, guidate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dalla sostituta procuratrice Chiara Canepa, hanno subito escluso questa pista. Testimonianze chiave hanno indicato la presenza di un uomo ferito che fuggiva dalla scena subito dopo l’esplosione, identificato in seguito grazie alle conferme di colleghi e familiari.
Conseguenze devastanti
L’esplosione ha provocato la morte di Jacopo Peretti e ferito altre cinque persone, tra cui due bambini. Quattro appartamenti sono stati interamente distrutti e l’intero edificio rimane sotto sequestro, mentre la comunità cerca di raccogliere i pezzi e offrire supporto agli sfollati. Il quartiere Lingotto è ancora sotto shock, in attesa di ulteriori sviluppi e di giustizia per le vittime di questo tragico evento.