
Per la prima volta dall’inizio del conflitto, l’intelligence ucraina ha eseguito un attacco di grande portata colpendo una petroliera della flotta ombra russa nel Mar Mediterraneo, in acque neutrali a oltre duemila chilometri dall’Ucraina. L’operazione segna un evidente ampliamento delle capacità operative di Kiev oltre il tradizionale teatro di guerra.
L’attacco è stato condotto utilizzando droni, secondo fonti ucraine, e al momento del colpo la nave non trasportava alcun carico, evitando così rischi ambientali. Le autorità di Kiev hanno sottolineato che non c’è stato alcun pericolo di inquinamento per l’ecosistema marino del Mediterraneo.
La petroliera, identificata con il nome QENDIL, ha riportato danni gravi tali da renderla completamente inutilizzabile. La nave fa parte della cosiddetta “flotta ombra”, impiegata da Mosca per eludere le sanzioni internazionali sul commercio del petrolio.
Una fonte dell’SBU, i servizi di sicurezza ucraini, ha dichiarato che «la Federazione Russa utilizzava questa petroliera per aggirare le sanzioni e finanziare la guerra contro l’Ucraina». Dal punto di vista del diritto internazionale, l’attacco rappresenta un obiettivo legittimo.Messaggi politici e strategici dell’operazione
L’attacco invia un messaggio chiaro: l’Ucraina non è isolata e può colpire gli interessi economici di Vladimir Putin anche a grande distanza dal proprio territorio, riducendo i profitti derivanti dalle spedizioni illegali di petrolio.
Fino a questo momento, gli attacchi ucraini avevano riguardato solamente il Mar Nero e sono stati realizzati con i droni marittimi Sea Baby, provocando un aumento dei costi nel trasporto di petrolio russo. La nuova operazione nel Mediterraneo testimonia un significativo salto di qualità nelle capacità militari di Kiev.
La dimostrazione che i raid ucraini possano raggiungere obiettivi a grandi distanze potrebbe indurre compagnie e operatori marittimi a rivedere la sicurezza delle rotte commerciali anche lontane dalla Russia, aumentando così la pressione economica sulla Federazione Russa.
Inoltre, il giornalista dell’opposizione russa Alexander Nevzorov ha riportato su Telegram che nell’attacco sarebbe rimasto ucciso il generale del GRU Andrey Averyanov, capo delle operazioni all’estero. Questa notizia, al momento non confermata da Kiev o da fonti indipendenti, aggiunge un’ulteriore dimensione di tensione a un’operazione che potrebbe rappresentare una nuova fase del conflitto.