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Europa: leva militare obbligatoria. La risposta definitiva dell’Italia

Negli ultimi mesi, il tema della leva militare è tornato al centro del dibattito europeo, alimentato dalla guerra in Ucraina e dal peggioramento dei rapporti con la Russia. Diversi Paesi stanno ripensando la propria strategia di difesa, tra cui Italia, Croazia e Germania, ciascuno con proposte che rispecchiano esigenze e visioni differenti.

In Italia, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha chiarito che non è intenzione del governo ripristinare la leva obbligatoria. L’obiettivo è piuttosto quello di formare una riserva di professionisti in grado di supportare l’Esercito in caso di necessità. «Non serve avere tante persone che sanno fare nulla, ma poche persone che sanno fare molto», ha affermato Crosetto durante un intervento a Trieste, ribadendo la volontà di puntare su competenze specializzate e su un modello più snello ed efficiente.

La Croazia, al contrario, ha scelto di tornare alla coscrizione obbligatoria. A partire dal 2026, tutti i giovani al compimento dei diciotto anni saranno chiamati a svolgere due mesi di addestramento militare. Si tratta di un cambiamento rilevante, dopo che il Paese aveva abolito la leva nel 2008. Secondo il governo croato, questa decisione servirà a rafforzare la preparazione nazionale in un contesto internazionale sempre più incerto e segnato da potenziali minacce.

In Germania, il dibattito è ancora aperto. Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha evidenziato come la reintroduzione di una forma di leva potrebbe garantire un migliore controllo delle risorse umane e una prontezza maggiore in caso di emergenza. «Un sistema di coscrizione permetterebbe di sapere chi è pronto al dispiegamento in caso di crisi», ha spiegato, precisando però che, per il momento, l’arruolamento rimarrà su base volontaria «finché possibile».

Le scelte dei tre Paesi mostrano approcci differenti, ma rivelano una medesima tendenza: in Europa cresce la consapevolezza che la sicurezza collettiva e la capacità di difesa stiano tornando tra le priorità politiche e strategiche del continente.

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