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Eutanasia, la storia di Laura: “Amo la vita ma il corpo è ormai una prigione”

“Non voglio morire oggi e nemmeno domani. Anzi, se la mia malattia restasse così, se la progressione fosse lenta invece che maledettamente veloce io resterei qui. Perché amo la vita, perché ho un marito meraviglioso”. A parlare della sua storia è Laura Santi, 46 anni, testimonial del referendum per l’eutanasia legale promosso dall’Associazione Coscioni. Laura è affetta da sclerosi multipla, una malattia una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale. Prima di scoprire il suo male, la donna faceva la giornalista, amava viaggiare e nuotare. Nel suo blog “La vita possibile” Laura racconta in maniera a volte poetica e commovente ma avvolte anche aspramente, la sua esistenza scandita da “lei”, la malattia. “Ci sono alcune ore del giorno in cui riesco a parlare, leggere, pensare. Scrivere purtroppo no, ormai muovo soltanto i due pollici delle mani. Poi arrivano, invece, le ore di buio, in cui resto immobile nel letto. Nel mio corpo nulla sembra voler più rispondere”.

Aveva solo 25 anni quando Laura ha scoperto di avere la sclerosi multipla. “Ero giornalista freelance, lavoravo nel no-profit, correvo, non mi fermavo mai, avevo giornate pienissime, gli amici, la famiglia – ha raccontato Laura a Repubblica -. Ricordo di aver pensato, con tutta l’incoscienza di quell’età e di un fisico che sembrava ancora integro: la malattia non mi toccherà. Ero bella, in forma e i sintomi erano lievi. A 29 anni ho conosciuto Stefano, il mio grande amore”.

Quei primi anni in cui la malattia era ancora latente sono finiti presto, per lasciare spazio al presente in cui Laura peggiora di mese in mese. “All’inizio dell’anno ero in piedi, poi, come in una caduta libera, ho avuto bisogno del bastone, del deambulatore, fino alla carrozzina. La neurologa mi disse: la sua sclerosi è diventata progressiva. Oggi mi spostano prendendomi in braccio, devo essere imboccata, quello che più mi pesa è essere lavata e manipolata da altre persone, quando la notte riesco a girarmi da sola sono felice come quando vincevo le gare di nuoto”.

Come ha affermato lei stessa, Laura è da sempre sostenitrice delle battaglie dell’Associazione Luca Coscioni, tra cui quella sull’eutanasia per il diritto di poter scegliere il proprio fine vita. “So a quali sofferenze vado incontro. Vorrei, allora, un giorno, poter dire basta, vado via, aiutatemi a morire. Per questo mi batto per l’eutanasia legale in Italia. E il solo pensiero di poter scegliere quando morire renderebbe già più lievi i miei dolori”.

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