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Febbre spaccaossa in aumento: nuovi focolai in due regioni

L’attenzione delle autorità sanitarie italiane è tornata a focalizzarsi sulla Chikungunya, malattia trasmessa da zanzare vettori che registra un incremento di casi nel Paese. Il fenomeno è legato anche alle mutate condizioni climatiche, che favoriscono la diffusione degli insetti. Gli ultimi dati indicano la presenza di focolai autoctoni in due regioni del Nord Italia, con interventi urgenti attivati per limitare la diffusione.

Le regioni interessate sono l’Emilia-Romagna e il Veneto, dove le autorità locali hanno già messo in campo misure di controllo e di disinfestazione. La sorveglianza epidemiologica resta elevata, così come l’invito ai cittadini a segnalare tempestivamente eventuali sintomi.

Emilia-Romagna: aumento dei casi nella provincia di Modena

Il focolaio principale si trova in provincia di Modena, dove sono stati confermati 19 casi di Chikungunya. I contagi interessano dodici donne e sette uomini, con età compresa tra i 14 e gli 84 anni. Il comune di Carpi è il più colpito, con 16 casi, seguito da San Prospero e Concordia. Le autorità hanno confermato la trasmissione locale, in quanto nessuno dei malati ha viaggiato in zone a rischio.

L’Ausl ha attivato un servizio gratuito di prelievi presso il Centro prelievi di Carpi, rivolto a chi ha manifestato sintomi compatibili con la malattia. Parallelamente, il Comune ha dato avvio a un piano straordinario di disinfestazione su tutto il territorio, comprese aree private. Il sindaco Riccardo Righi ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e sanità pubblica, evidenziando una significativa riduzione della zanzara tigre, pur mantenendo alta la vigilanza.

Veneto: nuovo contagio autoctono a Verona

In Veneto, un nuovo caso è stato confermato nel comune di Verona. Un uomo di 69 anni ha sviluppato sintomi tipici l’8 agosto, con diagnosi confermata dal laboratorio dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. L’Ulss 9 ha immediatamente avviato un intervento di disinfestazione nelle aree frequentate dal paziente, tra cui zone di Verona e Negrar di Valpolicella.

Le autorità sanitarie continuano a monitorare attentamente l’evoluzione della situazione, invitando la popolazione a non sottovalutare i sintomi come febbre e dolori articolari, e a rivolgersi prontamente al medico in caso di necessità.

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