Un libro, scritto da Ezio Mauro, che mette al centro del suo racconto il tema dell’immigrazione, mai così di attualità considerato il periodo storico. E un’analisi caustica, fatta da Vittorio Feltri sulle pagine di Libero, che invita l’ex direttore di Repubblica a riprendersi in mano il suo vecchio giornale e tornare a scrivere articoli invece che riflessioni. Il botta e risposta tra le due firme si è consumato in queste ore, con Feltri che a Mauro ha dedicato un lungo articolo chiedendosi, innanzitutto, perché sia finito “a mezza pensione, panchinaro nel quotidiano da lui diretto per anni, sostituito da un maestro del brodino con i dadi (Mauro Calabresi)”, ridotto a dispensare ormai “qualche raro editoriale”.Feltri spiega poi di aver acquistato e letto il volume “L’uomo bianco”, edito da Feltrinelli e scritto proprio da Mauro. All’interno “l’assunto è che non sono pericolosi i neri, ma l’uomo bianco inteso come una specie di fantasma, che si sta incarnando in strati sempre più vasti dell’Occidente e in particolare in Italia”. Un’opera che viaggia in parallelo con Luca Traini, l’uomo che il 3 febbraio a Macerata aprì il fuoco dalla sua auto contro nove africani, ferendone sei prima di arrendersi alla polizia. E nella quale si forniscono “idee per sterminare il sovranismo populista i cui leader alimentano l’odio”.
Nel riconoscere l’efficacia del racconto di Mauro fintanto che si limita alla cronaca degli eventi maceratesi, Feltri non risparmia poi frecciate alle sue analisi: “Per lui la soluzione sarebbe che tutti gli uomini e le donne gli assomigliassero”. E ancora, allargando il discorso “la sinistra ama tantissimo il popolo, soltanto quando le obbedisce”. Un articolo che si conclude con l’invito a Mauro “a tornare in trincea: quando si ricorda di avere gli occhi è un fuoriclasse del giornalismo italiano”.