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“Due kamikaze”. Feltri contro Salvimaio, i segreti della manovra che scatenano le ire del direttore “borghese”

Un paese spaccato, quello che vede da un lato le istituzioni, il presidente della Repubblica, il ministro dell’economia Tria, gli economisti invitare il governo alla calma, a non fare mosse azzardate. E dall’altro i gialloverdi ancorarsi alle loro promesse, ai totem ai quali hanno ormai vincolato la sorte stessa dell’esecutivo a furia di slogan e proclami. Due kamikaze: così Augusto Minzolini ha definito sulle pagine de Il Giornale Luigi Di Maio e Matteo Salvini, accaniti nel vincolare la battaglia tra populisti ed europisti intorno a una cifra, quel 2,4% di deficit, ormai diventata simbolo dei rispettivi programmi. Determinati ad andare fino in fondo, trascinando con loro l’intero Paese.

Il leghista Giorgetti, seguendo i dettami di Mario Draghi, sta tentando di mettere mano alla manovra. Invano: “Se sposto qualcosa, Salvini la ricambia. Non vuole che Di Maio sia l’unico protagonista”. Come Alberto Brambilla, il consigliere del Capitano che in questi giorni ha caldeggiato un passo indietro sulle pensioni, un’operazione dal costo troppo elevato (10 miliardi di euro). La risposta? “Lo so, ma ci sono le europee”. Mentre il numero uno del Carroccio arriva addirittura a spronare i risparmiatori all’acquisto di titoli di Stato, le opposizioni insorgono. Da destra a sinistra, un coro di voci che criticano il dilettantismo del governo Conte e temono il peggio di qui ai prossimi mesi. Con la convinzione, comune alle opposizioni, che gli italiani sul più bello volteranno le spalle ai gialloverdi.Tremonti, rivela il Giornale, commentava così la manovra: “Lo spread crescerà perché rispetto ai miei tempi non è legato al debito, ma alle banche e ai loro guai: con lo spread perdono valore i titoli nelle mani degli istituti di credito, che sono costretti a ricapitalizzare; non potendo farlo, chiudono il credito alle imprese in una fase economica difficile. Inoltre con la Borsa di Milano che va giù, è più facile che le nostre imprese siano comprate dagli investitori esteri. Il problema di Savona è che è rimasto agli anni ’90”. L’ex ministro dell’Economia ha poi ricordato che sì, una vittoria dei sovranisti alle europee cambierebbe parecchio gli scenari. Aggiungendo però che “i sovranisti tedeschi sono quelli che vogliono metterla in quel posto a noi italiani”.

Numeri a caso: Salvini contraddice Tria sulla manovra, il governo sempre più nel caos