Non si dice spaventato, Filippo Roma. Sottolineando come da quando lavora a Le Iene di servizi scomodi ne ha realizzati già parecchi, ricevendo in passato altre minacce. Ma dicendosi per nulla stupito di quanto accaduto in questi giorni, visto che “ogni volta che di mezzo c’è il M5S arrivano centinaia di messaggi di insulti, ormai ci ho fatto il callo”. Sulle pagine de Il Messaggero, l’inviato ha spiegato: “le classiche minacce di chi dal divano sfoga la sua rabbia e la sua frustrazione, il tipico leone da tastiera”.
Reazioni violente che in parte derivano dalla natura stessa di un Movimento aggressivo nei toni fin dalla sua genesi, e che però sono state accentuate dalle recenti campagne di Di Maio e Di Battista contro il mondo della stampa, portate avanti a suon di “meretrici” e “sciacalli”: “Non c’è dubbio che le parole dei leader hanno l’effetto di soffiare sul fuoco e far divampare l’incendio. Diciamo che soffiano su un fuoco che già cova per suo conto. Mi ha colpito nei messaggi questa difesa strenua e acritica del governo, la fiducia cieca”.
Di Maio ha preso le distanze dagli attacchi, un gesto per il quale Roma ha voluto ringraziarlo. Ma intanto continua il botta e risposta tra i militanti Cinque Stelle che popolano il blog ufficiale del Movimento e i social e la stampa italiana, sempre più nel mirino: un nuovo post descrive infatti l’informazione nel nostro Paese come un potere non libero che mira a delegittimare e indebolire il partito.Di Maio ha perso il sorriso: solo e in mezzo ai guai, la vita stravolta di Giggino