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Filippo Turetta, accuse di favoritismo: “In carcere già tre suicidi e lui può giocare alla Playstation”

Filippo Turetta carcere Playstation

Filippo Turetta starebbe ottenendo dei trattamenti di favore nel carcere di Montorio, a Verona, dove è rinchiuso dopo l’omicidio della sua ex ragazza Giulia Cecchettin. A denunciarlo è l’associazione per i diritti dei carcerati ‘Sbarre di Zucchero’. “Mentre gli altri si suicidano in celle di isolamento, lui può giocare alla Playstation”, questa la grave accusa lanciata contro la direzione dell’istituto di pena scaligero.
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Secondo l’associazione ‘Sbarre di zucchero’ anche il carcere di Montorio, come la maggior parte delle carceri italiane, soffre di atavici problemi quali sovraffollamento e carenza di agenti di polizia penitenziaria. Ma Filippo Turetta secondo le accuse non sarebbe stato neanche sfiorato da queste problematiche. L’assassino reo confesso di Giulia Cecchettin sarebbe un “privilegiato” e la sua presenza sarebbe diventata persino “ingombrante” per gli altri 490 detenuti.

Due versioni contrapposte su Filippo Turetta

“Avevamo scelto di restare il silenzio. – spiegano i rappresentanti di ‘Sbarre di zucchero’ Monica Bizaj, Micaela Tosato e Marco Costantini – Dopo aver reso noto il malumore che aleggiava tra detenuti, parenti e avvocati. Davanti alla perdita di tre giovani vite abbiamo deciso di agire davanti al differente trattamento detentivo riservato a Turetta. Nel carcere di Verona c’è chi può giocare alla Playstation e chi viene abbandonato in una cella di isolamento”.

L’associazione chiede anche di “capire perché esistano i privilegi. Un diritto se non è per tutti diventa un privilegio”. Ma le accuse vengono rispedite al mittente dalla direzione del carcere che nega qualsiasi “favoritismo” nei confronti di Filippo Turetta. “Non esistono trattamenti di favore per lui. – replica la direttrice dell’istituto di pena – I detenuti che come lui sono in infermeria non hanno le occasioni di socialità degli altri, pertanto hanno accesso a una Playstation. Questo non è un privilegio. Di Playstation ne arriveranno altre a breve”. Ma l’associazione tiene il punto: “In un carcere dove manca praticamente tutto, dalle occasioni lavorative fino all’assistenza medica e docce per tutte le sezioni, c’è una sezione con a disposizione la consolle dei videogiochi. In tutte le altre sezioni regna il nulla più disperato, tanto disperato da portare al suicidio”.
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