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Pochi soldi alla scuola, il ministro Fioramonti si dimette. Ha mantenuto la promessa

È la prima volta che succede: un ministro si dimette, come aveva promesso, perché alla scuola vengono stanziati pochi fondi. È quanto ha fatto il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che si è dimesso a causa dei pochi fondi stanziati in manovra per il comparto di cui è responsabile. Dopo i rumors degli ultimi giorni il sito dell’Agi ha rilanciato l’indiscrezione nel giorno di Natale. Indiscrezione confermata in serata da palazzo Chigi. Fioramonti avrebbe voluto dimettersi subito dopo l’ok della Camera alla manovra. Ma si è preso qualche altro giorno di riflessione fino alla decisione di Natale, suggellata dalla lettera di dimissioni consegnata al premier Conte.

Alla ripresa dei lavori parlamentari alla Camera, il 7 gennaio, dovrebbe essere ufficializzata anche la decisione di una decina di deputati M5s (tra cui lo stesso Fioramonti) di lasciare il gruppo per iscriversi nel Misto, senza però far mancare il sostegno all’esecutivo Conte. “Sulla scuola abbiamo fatto passi avanti importanti. Alcuni proprio in queste ore e ci stiamo muovendo nella direzione giusta. E alla fine vedremo se saranno sufficienti”, aveva detto Fioramonti. Era il 12 dicembre e la discussione sulla legge di bilancio stava entrando nel vivo.

A Trieste, a margine del vertice dei ministri della ricerca, Fioramonti aveva ricordato che “la scuola in questo Paese avrebbe bisogno di 24 miliardi. I 3 miliardi che io ho individuato, non sono la sufficienza” ma rappresentano “la linea di galleggiamento”. Di qui la decisione maturata nelle ultime ore di lasciare la compagine di governo, mantenendo la sua promessa e portando avanti così la sacrosanta battaglia per la scuola e l’istruzione, che rappresentano il vero futuro di questa Italia sempre più malandata e ignorante.

Le dimissioni non avrebbero però un sapore antigovernativo. Fioramonti andrebbe a costituire un gruppo alla Camera a sostegno del premier come embrione di un nuovo soggetto politico. Nei giorni scorsi si sono fatti i nomi di alcuni deputati che potrebbero seguirlo, tra cui Nunzio Angiola e Gianluca Rospi, ma anche l’ex M5s Andrea Cecconi. Insomma, si moltiplicano le voci su possibili gruppi contiani nei due rami del Parlamento. Per la successione al ministero dell’Istruzione il nome in pole è quello di Nicola Morra, attuale presidente della Commissione parlamentare antimafia.

 

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