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Flop Italia in Europa, voce grossa ma pochi risultati

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Il Consiglio Europeo si concluderà con risultati deludenti per l’Italia. Non solo il tema dell’immigrazione è stato affrontato in modo superficiale, ma anche i dossier economici più delicati sono stati ignorati, come la competitività delle aziende, il Patto di Stabilità e lo stop delle auto a benzina e diesel. La situazione appare incoerente rispetto alle dichiarazioni della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che aveva affermato che l’Italia ha tutte le carte in regola per recitare in Europa un ruolo da protagonista.

Nel documento finale, già approvato dagli ambasciatori e che deve essere solo ratificato nella riunione ufficiale, l’Italia ha conquistato ben poco. Ad esempio, il problema migranti è stato rinviato al vertice del prossimo giugno, a sei mesi dalla chiusura sostanziale della legislatura europea. Nonostante lo studio di Ursula von der Leyen sull’approccio europeo alla questione migranti, non ci sono provvedimenti concreti.

Anche sul fronte della competitività industriale, l’Italia ha ottenuto solo una promessa di elasticità nell’uso dei fondi europei, senza risorse da mettere in campo per contrastare la concorrenza americana che può contare su 300 miliardi di sussidi statali. Nonostante le recenti crisi bancarie, il documento finale non prevede la creazione di nuovi fondi, nemmeno teoricamente, né l’istituzione di un fondo sovrano europeo.

Il Consiglio Europeo ha affrontato anche la riforma del Patto di Stabilità, ma la proposta formulata dalla Commissione è stata giudicata insoddisfacente, e si è invitata la Commissione stessa a riformularla.

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