
La rotta della Global Sumud Flotilla resta invariata: il convoglio di barche continua ad avanzare verso Gaza, nonostante le ore più recenti siano state segnate da un clima di forte incertezza e dalla crescente attività delle forze israeliane. Le imbarcazioni si trovano ormai all’interno della zona più critica, la stessa che in passato ha visto intercettazioni e attacchi. L’atmosfera resta tesa anche a terra, con veglie di solidarietà a Roma e in altre città italiane.
Nelle comunicazioni ufficiali giunte durante la notte, la fregata Alpino della Marina militare ha ribadito che non supererà la soglia delle 150 miglia nautiche da Gaza, limitandosi a garantire assistenza in caso di emergenza. Una decisione che ha lasciato delusi gli attivisti a bordo, che speravano in un sostegno più concreto. “Perché questi attivisti dovrebbero farsi male in acque internazionali? Questa è la domanda che dovremmo farci tutti” ha dichiarato Maria Elena Delia, portavoce italiana della Flotilla, accusando il governo di aver abbandonato la missione nel momento più delicato.

Le dichiarazioni ufficiali non si sono fatte attendere. Giorgia Meloni, parlando a margine del Consiglio europeo informale di Copenaghen, ha ribadito la propria contrarietà all’operazione. Secondo la premier, “insistere in questa fase è irresponsabile” e la spedizione, nata ufficialmente come iniziativa umanitaria, si è trasformata in un tentativo di forzare il blocco navale. Posizione analoga a quella già espressa nei giorni scorsi, quando aveva invitato gli attivisti a interrompere il viaggio.
Da Israele è arrivato un appello diretto dal ministro degli Esteri Gideon Sàar, che ha parlato apertamente di una “provocazione Hamas-Sumud” e ha chiesto agli organizzatori di fermarsi e consegnare gli aiuti attraverso i porti di Cipro o Ashkelon. “Non è troppo tardi” ha affermato il capo della diplomazia israeliana, mentre una nave militare salpata da Ashdod si prepara all’incontro con la Flotilla.

Sul fronte interno italiano, la questione divide e mobilita. L’ex premier Giuseppe Conte ha invitato gli attivisti alla prudenza, pur riconoscendo l’illegittimità del blocco navale israeliano. In piazza, invece, si preparano nuove mobilitazioni: sindacati come Usb e Cgil hanno annunciato scioperi generali nel caso in cui le imbarcazioni vengano colpite, mentre a Roma studenti e collettivi hanno già avviato cortei di protesta dentro le università. L’Usb, con Guido Lutrario, ha ribadito che l’obiettivo è costruire un embargo dal basso: “I portuali lo stanno già facendo a Livorno e Genova. È necessario che accada in tutti i porti”.
La tensione cresce anche a bordo. L’eurodeputata Benedetta Scuderi ha riferito di aver visto movimenti dell’esercito israeliano e ha raccontato che l’equipaggio segue da vicino i protocolli di sicurezza predisposti. Nella notte, gli attivisti hanno denunciato sorvoli insistenti di droni e l’avvicinamento di imbarcazioni non identificate, alcune senza luci. In più occasioni le navi israeliane si sono avvicinate, arrivando persino a paralizzare per qualche minuto i sistemi di comunicazione della barca di testa.

Aumentano intanto le prese di posizione sui social. Il capogruppo del M5S Riccardo Ricciardi ha definito Israele “un governo genocida”, postando la foto di una nave all’orizzonte scattata dal collega Marco Croatti. Le parole hanno riacceso lo scontro politico interno, mentre i giuristi internazionali hanno diffuso una nota nella quale ricordano che il blocco navale è “illegittimo” e che qualsiasi intercettazione costituirebbe “un atto ostile e contrario al diritto internazionale”.
Non sono mancate le prese di posizione simboliche: a Roma, in serata, centinaia di persone hanno partecipato a una veglia davanti alla stazione Termini, collegandosi in diretta con gli equipaggi. In contemporanea, la nave israeliana Zim Virginia ha attraccato a Livorno ed è stata bloccata dai portuali, che hanno proclamato sciopero immediato.

La cronaca registra anche un episodio imprevisto: la Marina turca ha effettuato l’evacuazione di undici persone dalla Flotilla, tra cui tre cittadini turchi. Non sono stati diffusi dettagli sui motivi della richiesta di aiuto, ma il ministero della Difesa di Ankara ha confermato che l’operazione è stata portata a termine con successo.
A commentare in serata è stato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che sui social ha scritto di essere pronto a difendere i cittadini italiani. “In caso di minaccia o pericolo, i militari italiani saranno pronti a difendervi” ha assicurato, ribadendo che il compito dei soldati è quello di proteggere la Repubblica, le Istituzioni e i cittadini, ogni giorno, con sacrificio e fedeltà alla Costituzione.

La distanza da Gaza ormai si misura in poche decine di miglia e la sensazione è che le prossime ore siano destinate a segnare il punto più critico della missione. I promotori della Flotilla continuano a sostenere che “ogni miglio percorso è un segnale di resistenza”, mentre i governi internazionali moltiplicano gli avvisi a fermarsi prima che la crisi sfoci in un confronto diretto.