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Le bufale dei sovranisti sul Fondo Salva Stati: cosa è e come funziona veramente

Perché adesso si parla tanto di questo “Fondo salva Stati” come di una minaccia per l’Italia? È scoppiata una vera e propria bomba nell’opinione pubblica, ma, come accade spesso, la bomba potrebbe in realtà essere una gigantesca bolla, o bufala. A spiegare come stanno davvero le cose ci ha pensato oggi Andrea Fioravanti con un dettagliatissimo articolo su Linkiesta.it che rivela come siano i sovranisti a pilotare quest’ennesima campagna disinformativa. Secondo Salvini, la Meloni e l’ala sovranista del Movimento 5 Stelle, ci sarebbe un complotto europeo per mettere in ginocchio l’Italia. Solo che nessuno se n’è accorto. Giusto: siamo i soliti stupidi che abboccano alle verità dei poteri forti. Ma vediamo come stanno davvero le cose. Parliamo del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, l’organizzazione intergovernativa creata nel 2011 dai Paesi della zona euro per intervenire in aiuto degli Stati con la moneta unica in caso di crisi finanziaria o default.

Scrive Fioravanti: “Il segretario della Lega e la leader di Fratelli d’Italia hanno chiesto a Conte di riferire in aula per difendersi dall’accusa di Alto Tradimento. In effetti c’è stato un tradimento, ma alla logica. Perché ci sono molte cose che non tornano nel presunto complotto Mes. Primo, la riforma non è stata ancora approvata. La firma è prevista per il Consiglio europeo di dicembre, ma dovrà essere ratificata dai 19 Parlamenti nazionali dei Paesi con l’Euro. Secondo, lo scorso 19 giugno Conte ha informato la Camera sullo stato dei lavori e ha accettato una risoluzione in cui si impegnava a dare l’ok su un pacchetto completo di riforme che oltre al Mes comprendesse lo Schema europeo di garanzia sui depositi (Edis) e il budget dell’area Euro. E soprattutto non penalizzasse l’Italia”.

Un’altra delle teorie sovraniste delle ultime ore da smontare è quella secondo cui l’Italia dovrà pagare nei prossimi anni per un fondo di cui non potrà beneficiare. Spiega Fioravanti: “Il nostro Paese finora ha messo solo 14 miliardi e non un centesimo in più perché il MSE si autofinanzia sul mercato. Dal luglio 2012 il Mes ha aiutato Paesi molto indebitati in momenti di difficoltà fornendo oltre 295 miliardi in prestiti a Cipro, Spagna e Irlanda. E soprattutto Grecia, di cui possiede il 53% del debito pubblico. Lo ha fatto grazie a un capitale di 705 milairdi, ma solo 80 sono stati messi dagli Stati membri. Tra questi c’è l’Italia che è il terzo azionista con il 17% delle azioni dopo Francia e Germania”.

“Gli altri miliardi a disposizione il Mes li ha raccolti usando i finanziamenti dei fondi precedenti più gli 80 messi dagli Stati come capitale iniziale, investendoli poi in obbligazioni sul mercato a tassi molto convenienti con scadenze che arrivano fino a 45 anni. La sua esistenza rassicura i mercati e riduce la probabilità che si possano presentare potenziali crisi speculative su alcuni Paesi perché esiste questa mega assicurazione. Un’altra critica riguarda l’indipendenza. Bisogna ricordare due cose. Primo, l’immunità è prevista solo per l’attuale Managing Director del Mes, il tedesco Klaus Regling e solo per delle funzioni specifiche. Secondo, non esistono liquidatori fallimentari né bottoni rossi. Nessuno, nemmeno Regling, può prendere le decisioni da solo sul futuro economico di un Paese. La decisione è sempre nelle mani dei minsitri delle Finanze e quindi dei governi Ue”.

Cosa prevede dunque la bozza di riforma? “Ci sarà una rete di sicurezza finanziaria al Fondo di Risoluzione delle Banche. Se non avrà più denari per affrontare crisi bancarie dal 1 gennaio 2024 potrà accedere a quelli del Mes. Inoltre sarà automatico e più veloce il meccanismo dei prestiti per i Paesi che rispettano i parametri di Maastricht: non superare il 3% nel rapporto deficit-Pil e 60% in quello tra debito pubblico e Pil. Riceveranno subito fondi senza dover firmare protocolli d’intesa o attuare riforme”.

 

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