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Piazzapulita, Formigli contro La Russa: “Proprio lui dovevate scegliere?”

Corrado Formigli non sta più nella pelle per quanto accaduto in Senato. L’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza di Palazzo Madama è infatti una scena inconcepibile per il conduttore di Piazzapulita che decide di sfogarsi in diretta aprendo l’ultima puntata del talk show di La7. Formigli ripete più volte con disprezzo il nome completo del suo avversario politico, Ignazio Maria Benito La Russa, proprio per sottolineare la vicinanza storica della sua famiglia al Duce del fascismo Benito Mussolini.

Formigli contro La Russa a Piazzapulita

“Ignazio Maria Benito La Russa io l’ho conosciuto così. – attacca subito Corrado Formigli mostrando il video di un duro scontro tra lui e La Russa – Era la primavera del 2011, stava per scoppiare la guerra in Libia, La Russa era ministro della Difesa e in Italia si discuteva di prostitute minorenni a casa dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E io mi avvicinai a La Russa per fargli qualche domanda”.

“Faccio una domanda a Giorgia Meloni, Matteo Salvini e ai senatori dell’opposizione che lo hanno votato. – prosegue poi polemico Formigli – Con tutti i servitori dello Stato e gli esponenti politici seduti in quel Senato, proprio Ignazio Maria Benito La Russa doveva diventare vicepresidente della Repubblica? Sapete che il presidente del Senato nel caso di assenza del presidente della Repubblica lo sostituisce. È la seconda carica più importante della nazione. È di famiglia solidamente fascista. La Russa di essere un nostalgico del Ventennio non ne fa nessun mistero. Guardate quante memorie di Mussolini custodisce in casa sua”, spiega il giornalista prima di mandare in onda un altro servizio.

“Il fatto è che Ignazio Maria Benito La Russa il fatto di poter fare il saluto fascista e una certa derisione verso chi demonizza Mussolini l’ha espressa apertamente nel 2017 proprio in Parlamento. – Formigli mostra un altro filmato – Magari sarà anche una buona carica dello Stato. Non ho tante ragioni per dubitarne dal punto di vista operativo. Ma vedere passare il testimone di Palazzo Madama da una donna come Liliana Segre, sopravvissuta ai lager nazisti, a un uomo che si rifiuta di celebrare il 25 aprile e custodisce in casa tante statue del Duce fa obiettivamente parecchia impressione”, conclude sconsolato.

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