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La Cgil cambia veste: chi c’è e cosa succede nel dopo-Camusso

Maurizio Landini alla guida della Cgil. Alla vigilia del congresso nazionale della Fiom e in vista di quello che sancirà, a fine gennaio, il cambio di guardia al vertice della confederazione, Francesca Re Dsvid, leader dei metalmeccanici, spiega la svolta che potrebbe portare il suo predecessore sulla poltrona di Susanna Camusso. E valuta nel merito le politiche del governo gialloverde. “A volte con loro ci siamo ritrovati – dice Re David – penso ad alcune vertenze aziendali come l’Ilva o alla reintroduzione di certi ammortizzatori. La manovra, invece, trascura industria, lavoro e welfare”.

“La Fiom comunque è indipendente da padroni e politica: valuteremo di volta in volta le risposte alle nostre istanze. Piuttosto voglio sottolineare lo slogan del nostro congresso: ‘Per l’uguaglianza’. Perché la frantumazione del lavoro è lo strumento che le imprese usano per indebolire la rappresentanza. E la guerra al migrante è la massima espressione della guerra tra lavoratori”.

Sul decreto dignità di Di Maio, Re David parlò di una “inversione culturale apprezzabile”, e ora?. “Confermo, si è trattato di un’inversione di tendenza. I risultati li vedremo quando ci saranno. Ma è evidente che un decreto non basta, anche perché è stato distorto dalle imprese, spesso propense ad aggirare le regole”. Anche il progetto “quota cento” nelle pensioni sembra in linea con le posizioni della Cgil… “Se anche soltanto dieci lavoratori che prima non potevano, riusciranno ad andare in pensione, io sarò contenta”.

Un sindacalista che non sbarra la porta al governo populista… “Non mi sfugge che ci troviamo di fronte ad un governo venato da pericolose identità nazionaliste e da derive razziste. Ma quel vuoto lo hanno creato le classi dirigenti che si sono succedute negli ultimi decenni: in particolare un centrosinistra totalmente scollegato dalle persone, dai lavoratori, dai giovani. Dalla difesa dei diritti”.

Il segretario generale della Fiom-Cgil Maurizio Landini durante la manifestazione promossa in occasione dello sciopero di otto ore dei metalmeccanici, Napoli, 21 novembre 2014. ANSA/ CIRO FUSCO

Anche il sindacato in questi anni, però, è sembrato lontano dalle persone… “La Cgil ha mantenuto la barra dritta della rappresentanza. Con difficoltà, ma lo ha fatto combattendo la frammentazione del mondo del lavoro e gli attacchi delle imprese e della politica. Ricordo la campagna perla carta dei diritti e il referendum sul Jobs Act”.

Perche Landini, ora? “Perché lui nella squadra della segreteria confederale rappresenta al meglio il documento sul quale converge oltre il 98% della Cgil. Tiene insieme le idee dei dirigenti e il sentimento della base. Testa e cuore, appunto”.

 

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