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Inchiesta Freccia caduta a Torino: l’allarme è stato ignorato

La procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità penali nell’incidente dell’aeroporto di Caselle che ha coinvolto una Freccia tricolore durante un volo di addestramento e che è costato la vita ad una bambina di cinque anni. Per il momento l’unica persona iscritta nel registro degli indagati è il maggiore Oscar Del Dò, il pilota del Pony 4 che si è salvato gettandosi con il paracadute dal suo velivolo. Aereo che però ha finito per colpire un’auto su cui viaggiava una famiglia, compresa la piccola Laura Origliasso. Ma forse questa tragedia poteva essere evitata se non fosse stato ignorato un preciso allarme.
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Freccia tricolore inchiesta Ivrea

Incidente Freccia tricolore: l’inchiesta della procura di Ivrea

L’inchiesta della procura di Ivrea sull’incidente di Caselle parte dall’analisi del contenuto delle ultime comunicazioni registrate tra i piloti dell’Aeronautica. Si parte dalle ultime frasi pronunciate dal maggiore Del Dò prima di lanciarsi dalla sua Freccia tricolore. “Non sento più il motore. Vedo degli uccelli”, avrebbe esclamato il militare.

Per il momento però, l’unico indagato nell’inchiesta di Ivrea, ancora sotto shock, non ha saputo spiegare molto di più agli inquirenti. “Non ho visto quell’auto. Penso solo a quella bambina”, continua a ripetere Del Dò. Ma ad aggravare la sua posizione ed, eventualmente, quella di qualche suo superiore, è un audio che è circolato nelle chat dei militari in cui si sente insistentemente dire da qualcuno: “Il rischio era più che moderato, era severo. Sono decollati con tutti quegli uccelli, un disastro”.

La procuratrice Gabriella Viglione, che conduce l’inchiesta sull’incidente che ha coinvolto la Freccia Tricolore a Caselle, ha dunque ordinato il sequestro di tutti gli audio e dei video che si possono estrapolare dall’aereo e dai sistemi di controllo. Il sospetto più che fondato è che uno stormo di uccelli possa essere entrato in contatto con la Freccia tricolore causando il cosiddetto “bird strike”. È sulla valutazione di questo rischio, forse ignorato, che la procura di Ivrea sta cercando di fare luce.
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