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Garlasco, i Poggi ora dicono tutto e rivelano: “Stasi non ce l’ha mai detto…”

Nel contesto del terzo incidente probatorio previsto per venerdì 4 luglio riguardante il delitto di Garlasco, i genitori di Chiara Poggi hanno deciso di rompere il silenzio. Dopo 18 anni di sofferenza e processi, Giuseppe e Rita Poggi hanno scelto di parlare con Il Fatto Quotidiano per rispondere alle voci che hanno coinvolto il figlio Marco, che aveva 19 anni all’epoca del crimine. Il sospetto che Marco non si trovasse con loro in montagna durante l’omicidio ha riacceso i riflettori sulla famiglia.

Giuseppe Poggi ha raccontato: “Eravamo saliti fino alla Croda del Becco e poi scesi al rifugio Biella, dove i telefoni non avevano campo. Intanto mia moglie veniva informata della morte di Chiara e tentava di contattarci”. La madre, rimasta a valle, ha spiegato che i carabinieri l’avevano avvertita e, nel panico, aveva chiesto aiuto in una stazione di servizio per avviare i soccorsi verso i rifugi. Giuseppe ha ricordato: “Quando arrivammo al Fodara Vedla, il gestore ci disse che mia moglie si era sentita male, ma in realtà era già a conoscenza della morte di Chiara”.

I Sospetti e il Dolore

I genitori hanno mostrato foto di quella vacanza, analogiche e digitali, per provare che Marco fosse con loro. Rita Poggi ha dichiarato: “Era inimmaginabile che nostro figlio potesse essere accusato di aver ucciso sua sorella”. Il legame tra Marco e Chiara, con sette anni di differenza, era affettuoso: “Lei si prendeva cura di lui, lo intratteneva”. Oggi, con la riapertura delle indagini, si ipotizza che Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara e condannato a 16 anni di carcere, possa essere innocente. Questa possibilità è difficile da accettare per i signori Poggi.

Giuseppe Poggi ha ricordato: “Fino al suo arresto andavamo insieme al cimitero, ma non ci ha mai detto ‘non sono stato io’. Mi aspettavo che lo dicesse, ma non è successo. Era strano”. Ha aggiunto: “Si parla di Andrea Sempio come assassino per tre telefonate di pochi secondi. E Stasi, che ha fatto tutte quelle chiamate tra le 10 e le 13 mentre Chiara non rispondeva? Non è andato a vedere cosa fosse successo per ore”.

“Per Noi la Verità è Quella della Giustizia”

I genitori ribadiscono con fermezza: “La verità è quella stabilita dalla legge”, afferma Giuseppe Poggi. “Non è che non vogliamo la verità, ma si verifichi tutto ora, così tra qualche anno non si riapre tutto di nuovo”. Rita Poggi ha confermato: “Non ce lo ha detto solo la legge. Abbiamo seguito tutti i processi e sappiamo come si è arrivati a quella condanna”.

Il peso mediatico degli ultimi giorni, con nuove ombre sul figlio Marco – anche se non dalla Procura – è una ferita difficile da gestire per una famiglia che ha già vissuto l’indicibile. Per loro, Chiara è stata uccisa da chi è già stato giudicato colpevole. A distanza di 18 anni, il loro obiettivo principale resta difendere la memoria della figlia e la verità che, per loro, è stata già raggiunta.

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