
Nel processo di Garlasco, la dichiarazione di Franca Bermani ha assunto un ruolo chiave, fornendo un nuovo angolo di osservazione sugli eventi del 13 agosto 2007. Quel giorno, intorno alle 9:10, Bermani, residente vicino alla famiglia Poggi, ha notato una bicicletta nera da donna appoggiata alla parete della villetta. Questa bicicletta, priva di cestino e con caratteristiche distintive come molle cromate e una sella larga, non coincide con quella sequestrata alla famiglia di Alberto Stasi. Inizialmente, la Bermani pensò che fosse di una cugina di Chiara, e ha affermato di non aver riconosciuto la famosa bici nera trovata nel luogo di lavoro di Nicola Stasi.
La Dichiarazione di Franca Bermani
Nel video, Bermani ribadisce con fermezza: “La bici è tenuta in ottime condizioni, quella di Stasi è più moderna, con un diverso portapacchi e sella”. Ha aggiunto di aver notato con precisione l’orario: “guardo sempre l’orologio”. Bermani ha ipotizzato la visita di una cugina, poiché la bicicletta descritta era simile a quella di Stefania Cappa, mai sequestrata o analizzata durante le indagini.
Il Ruolo della Bicicletta nel Caso
La testimonianza di Bermani è stata determinante nell’accusa contro Stasi. La presenza della bicicletta nera, confermata anche da un secondo testimone, Travain, ha suggerito che l’assassino abbia utilizzato quel mezzo per accedere alla villetta. Due biciclette sono state poi sequestrate: una bordeaux di Stasi e una nera, di marche diverse. Tracce biologiche trovate sui pedali della bici bordeaux, inizialmente ritenute compatibili con sangue umano, si sono poi rivelate compatibili anche con frutta o materiali vegetali. La difesa e l’accusa hanno discusso sui pedali, ipotizzando uno scambio per confondere le prove, il che implicherebbe un tentativo di depistaggio da parte di Stasi.
Le Implicazioni Giudiziarie
La chiarezza dei dettagli forniti da Bermani ha messo in dubbio l’identificazione della bicicletta vista sulla scena del crimine con quella sequestrata a Stasi, sollevando interrogativi sull’effettiva appartenenza del mezzo all’assassino.
Guarda il Video:
#Garlasco: BERMANI: “ Pensavo.. una cugina è venuta a trovarla” volevano farcelo sentire nel 2035? pic.twitter.com/Ein0q7KXlO
— Ispettore Gadget (@DeRensisilRe) June 11, 2025
Nel contesto processuale, le origini delle tracce sui pedali hanno suscitato dibattiti: la parte civile, rappresentata dall’avvocato Tizzoni, ha ipotizzato uno scambio intenzionale dei pedali. Al contrario, il sostituto procuratore generale Barbaini ha negato questa possibilità, affermando l’assenza di prove oggettive di un depistaggio.
In sintesi, Bermani ha affermato di aver visto una bicicletta autentica che non combacia con quella associata a Stasi, offrendo una nuova prospettiva sulla scena del crimine. Il ruolo della bicicletta nel processo rimane centrale, con testimonianze e analisi delle prove che costituiscono un punto cruciale nella ricostruzione dei fatti.