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Gentiloni, il Pd non si ferma più, superati i 5Stelle: “Ora puntiamo alla Lega”

Paolo Gentiloni, neopresidente del Pd, lancia l’assalto dopo che gli ultimi sondaggi danno il partito in netta ascesa e certificano il sorpasso sui 5Stelle. “È un segnale incoraggiante ma c’è ancora strada da fare”. Gentiloni commenta così, a Circo Massimo su Radio Capital, l’ultimo sondaggio Swg secondo cui il Partito democratico ad oggi supera il Movimento 5 stelle. “Noi sappiamo bene che la maggioranza di quelli che non ci hanno votato il 4 marzo li abbiamo persi nell’astensione e non tanto nel bacino dei 5stelle”, ha specificato.

“Abbiamo il dovere di far capire che c’è un’alternativa credibile sia dal punto di vista delle idee che dal punto di vista della coalizione possibili. Se c’è un’alternativa possibile, respira un po’ tutta l’italia e non è solo un segnale positivo per il Pd”.

E sulle Europee. “Alle Europee dobbiamo essere più ambiziosi – ha aggiunto -. Cercheremo di mettere in piedi una lista molto larga, anche in collaborazione con l’appello di Carlo Calenda. Dobbiamo contendere il primato alla Lega. Pensate che segnale sarebbe per l’Europa se ci fosse una lista progressista e europeista in grado di competere con i nazionalisti di Salvini”.

Gentiloni ha poi concluso con una riflessione sulle ultime primarie del Pd. “Il fatto che tante persone abbiano partecipato alle primarie è un impegno per noi, ma è stata anche una grande boccata d’ossigeno”. La sfida con Salvini è una battaglia politica che va combattuta con il giusto spirito: “Dico che finalmente comincia a profilarsi la possibilità di un’alternativa”.

“Il 26 maggio una grande lista progressista ed europeista capace può competere per il primo posto con i nazionalisti antieuropei della Lega, anche se so bene che oggi i sondaggi registrano una distanza notevole”. Il futuro non vuol dire però rimettersi con i transfughi Pd, “vuol dire un Pd più verde, più sociale, più europeista che superi i limiti che ha avuto in questi anni la nostra azione”.

“Non certo un Pd che riscopra vocazioni del secolo scorso e faccia marcia indietro. Se qualcuno pensa di tornare allo schema Ds-Margherita, per intenderci, non conosce nemmeno la realtà del nostro paesaggio politico. Dobbiamo essere pronti, sapendo che i tempi possono essere anche molto brevi, e cioè che si potrebbe votare nel 2020 o persino nel 2019”.

 

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