Dopo 31 anni cade il divieto. Diverse associazioni di pesca in Giappone si stanno preparando alla ripresa della caccia alle balene, che sarà consentita per la prima volta in 31 anni dal primo luglio, in seguito all’abbandono della Commissione internazionale (Iwc) da parte del governo. Diversi gli appelli da parte del mondo ambientalista.
La cooperativa che riunisce i principali gruppi favorevoli alla pesca è situata a Wakayama, a ovest dell’arcipelago, nella città di Taiji, e il ritorno delle attività segue la decisione del governo di Tokyo, che ha sollevato aspre critiche dalla comunità internazionale.
Le navi, spiega il canale pubblico Nhk, partiranno con ogni probabilità dalle prefetture dell’Hokkaido e di Aomori, entrambi sedi con porti equipaggiati per la pesca ai cetacei. I capo dell’associazione Japan Small Type Whaling, Yoshifumi Kai, ha riferito di aver atteso per anni questo momento, aggiungendo che le navi rispetteranno i limiti sulle quote di pesca per accertarsi che la popolazione delle balene non diminuisca.
Malgrado il Giappone sia stato costretto a interrompere la caccia dei cetacei a fini commerciali, in linea con la moratoria internazionale decisa dalla Iwc nel 1988, le imbarcazioni nipponiche hanno continuato a sopprimere piccole quote di balene per questioni che il governo definisce “legate alla ricerca scientifica”.
Secondo le autorità egli esemplari di balena soggetti alla caccia non sono a rischio di estinzione. Non è chiarissimo perché il Giappone abbia voluto riprendere la caccia alle balene visto che nel paese il consumo di carne di balena è poco popolare e in declino, al punto che il governo deve finanziare il settore che non riesce a sostenersi da solo.
Negli anni Sessanta in Giappone si consumavano 200mila tonnellate di carne di balena all’anno, mentre in anni recenti si è arrivati a 5mila tonnellate.
Ti potrebbe interessare anche: Ritrovamento choc a Palermo: un capodoglio morto, la pancia piena di plastica