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Meloni e Salvini, la guerra per la leadership passa dall’Europa: il piano Giorgetti

Non solo in Italia è guerra nel centrodestra, ma anche in Europa. Con Forza Italia che si è spezzata e Salvini e Meloni che si contendono la leadership, l’assetto in vista delle prossime elezioni è ancora tutto da definire. E anche fuori dai nostri confini, la competizione tra il gruppo di Identità e democrazia e quello dei Conservatori non è che la proiezione della sfida tra Salvini e Meloni. Il leader della Lega mira ad unire il fronte delle forze euroscettiche e la leader di Fratelli d’Italia cerca di tutelare l’unità del partito di cui è presidente in Europa. In tutto questo, però, c’è un Giorgetti attivissimo sottotraccia che sta tessendo la tela. Come analizza il Corriere, “il processo politico ha subìto un’accelerazione quando Orbán è stato estromesso dal Ppe. E l’incontro di un mese fa a Budapest, organizzato dal primo ministro ungherese con Salvini e il premier polacco Morawiecki, ha indotto la Meloni ad andare a Varsavia per tenersi stretto l’alleato che sta valutando se entrare nel nuovo gruppo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Se i due alleati si inseguono per le capitali dell’Unione, è perché in ballo c’è il primato a Roma. “Salvini – spiega un dirigente della Meloni al Corriere – non solo vuole così bloccare l’ascesa di Giorgia, ma vuole anche frenare l’operazione-Ppe di Giorgetti nella Lega”. Quale operazione? Lo dice Giorgetti stesso: “Matteo lavora a nuove prospettive. Io ho le mie idee”. Ossia “edulcorare il profilo sovranista” del Carroccio, fino a farlo scolorire. È questa la strategia – a maggior ragione dopo l’esperienza del governo Draghi – per prendersi Palazzo Chigi. (Continua a leggere dopo la foto)

La Lega sa che volenti o nolenti per questo scopo il rapporto con Bruxelles è fondamentale, non a caso è Giorgetti a lavorarci. “Il Ppe necessita di nuovi riferimenti in Italia, ora che FI è in crisi di consensi. È la storia che si ripete, perché Berlusconi venne pragmaticamente cooptato dai Popolari europei per coprire il vuoto lasciato dalla Dc. Oggi per il Ppe la stessa urgenza è aggravata da un’emergenza: a settembre le urne in Germania potrebbero portare alla sconfitta la Cdu del dopo-Merkel, minando in prospettiva i rapporti di forza anche in Europa”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude quindi l’analisi il Corriere: “Perciò serve rinforzare gli argini in Italia. Così la Lega potrebbe diventare domani ciò che Forza Italia è stata fino a ieri. Ed è dai tempi del governo giallo-verde che il punto di riferimento è stato individuato in Giorgetti. Giusto l’altra settimana il ministro del Carroccio è tornato ospite a cena all’ambasciata tedesca, dov’è di casa. E l’altro ieri ha ricevuto il deputato Wendt, giovane promessa dell’ala conservatrice della Cdu”, il quale aveva già spiegato a Repubblica che “la Cdu considera un punto di svolta l’appoggio della Lega al governo Draghi”.

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