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Giorgetti, sgambetto a Salvini: “Voto No al referendum. Vi dico perché”

Era nell’aria, e alla fine la spallata di Giorgetti a Salvini è arrivata. Dopo mesi di silenzio, il numero due della Lega esce allo scoperto e approfitta del dibattito sul Referendum per sferrare l’attacco. Giorgetti ha infatti dichiarato che voterà “No” al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. “Il 20 e 21 settembre si voterà per le Regionali in alcune parti d’Italia, per i Comuni e anche per il referendum sul taglio dei parlamentari. Non so cosa voterete voi, ma posso dirvi come voterò io. Voterò No, convintamente”, ha detto l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un comizio ieri a Vittuone, nel Milanese.

“Un semplice taglio dei parlamentari in assenza di altre riforme è improponibile. Il sistema maggioritario, visto che si parla tanto di Europa, ha sempre funzionato benissimo”, ha spiegato il vicesegretario della Lega, stando a quanto riferito da Ticino notizie. “Tagliare del 40% i parlamentari darebbe un potere senza limite alle segreterie di partito, limitando di parecchio la volontà popolare. È una deriva da evitare con forza”, ha affermato.

Giorgetti ha poi aggiunto: “Anche perché sarebbe un favore ad un governo in difficoltà, incapace di gestire il contraccolpo economico al sistema Italia di questo periodo e in evidente imbarazzo in vista dei prossimi mesi, che saranno durissimi. Il governo Conte è inadeguato. Ed è anche per questo che voterò No”. Uscito allo scoperto un big come Giorgetti, c’è il rischio che il fronte del No dentro alla Lega ora lo segua. E anche Salvini, che in un primo momento si era schierato per il sì, ora ha lasciato libertà di scelta ai suoi.

Le parole di Giorgetti confermano che nel partito il tema fa discutere e non va sottovalutato, anche perché offre l’immagine di un centrodestra spaccato alle urne e una Lega più divisa che mai. A stretto giro è uscito allo scoperto anche l’ex ministro Centinaio. E anche Zaia e Calderoli, seppure in silenzio, sarebbero per il No. I primi a schierarsi furono invece Borghi e Bagnai, i responsabili economici del partito.

 

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