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Giorgia Meloni rinchiude i giornalisti su un treno. È un’ordine!

Meloni rinchiude giornalisti treno

Una situazione surreale ha avvolto un gruppo di giornalisti, chiusi dentro un treno in attesa del passaggio di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio italiano. La scena si è svolta nella mattina del 16 luglio, alla stazione Termini di Roma, quando il treno speciale per Pompei era fermo al binario 1, mezz’ora prima della partenza.
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“Signori dovete salire sopra ora” è stato l’ordine che ha segnato l’inizio di una serie di misure restrittive apparentemente eccessive. I giornalisti, invitati da Trenitalia per raccontare il viaggio inaugurale del treno veloce Roma-Pompei, sono stati invitati ripetutamente a restare dentro la carrozza, impedendo loro di documentare l’evento come avevano pianificato.

Tra i presenti sul treno c’era anche la premier Giorgia Meloni, il che ha indotto un incremento di misure di sicurezza. Prevista anche la partecipazione della ministra del Turismo Daniela Santanchè, che alla fine ha optato per non partecipare, presumibilmente per evitare domande relative alle inchieste che la coinvolgono.

Mentre le forze dell’ordine e il personale di Trenitalia delimitavano l’area delle delegazioni di governo con cordoni rossi, gli addetti alla sicurezza si facevano sempre più inflessibili. “Salite!”, ordinavano, mentre giornalisti di telegiornali, quotidiani e agenzie si ammassavano sulle scalette. “Non potete stare qua”, intimavano, impedendo loro anche il più semplice esercizio di cronaca.

Anche mentre passava il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, l’atmosfera non faceva che aumentare di tensione. Un membro del personale di Trenitalia, con una radio trasmittente e l’atteggiamento di un bodyguard, si precipitava per chiudere le porte, respingendo i giornalisti all’interno del treno.

La restrizione è diventata totale con l’arrivo della Presidente del Consiglio, circondata dalle sue guardie del corpo. I giornalisti erano bloccati all’interno, impossibilitati a documentare visivamente la scena da una distanza di 200 metri.

Anche la Rai ha protestato contro queste restrizioni. Le immagini dell’evento, infatti, sono state fornite esclusivamente dai collaboratori dello staff di Palazzo Chigi e dai canali ufficiali della presidenza del Consiglio. Questo controllo della documentazione dell’evento ha lasciato i giornalisti bloccati all’interno del treno, incapaci di svolgere il loro lavoro, lontani dall’azione.

Il dibattito sulla libertà di stampa e l’accesso dei giornalisti agli eventi politici sembra destinato a riacutizzarsi dopo quest’evento.