Un colpo a bruciapelo alla testa, sparato con un’arma ancora non identificata. Così è morto Luca Sacchi, 24 anni, istruttore in palestra e appassionato di motori che cercava di difendere la propria fidanzata da un tentativo di scippo in via Franco Bartolini, Colli Albani, Roma. Le sue condizioni era apparse gravissime fin dal ricovero all’ospedale San Giovanni, dove si è spento poco dopo quella folle aggressione. Accanto a lui, fino alla fine, Anastasiya, la coetanea che il giovane ha cercato di proteggere dai criminali. 
Un dramma terribile, che ha scosso la città intera. Una città, Roma, nella quale gli episodi di violenza continuano a succedersi con agghiacciante regolarità: nelle scorse ore Luca Sacchi, il 26 luglio la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega, il 3 febbraio il proiettile che rende paralizzato il nuotatore Manuel Bortuzzo, il 27 gennaio due senegalesi investiti di fronte a una discoteca.
Stando ai dati, a Roma i reati sono in calo ma la violenza aumenta pericolosamente. Le organizzazioni criminali che hanno fatto parte del passato e ispirato tanti film e romanzi sono ormai alle spalle. Oggi esistono cani sciolti, mine vaganti. Furti e omicidi si riducono, le rapine aumentano (3.122 nel 2018 contro le 3.024 dell’anno precedente). Una rabbia spinta dalla droga, la cocaina soprattutto, venduta nelle strade capitoline in percentuale superiore a qualsiasi altra città italiana.Come ti fermo i sovranisti: la ricetta ungherese che arriva dalla Liguria