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“Rischio totale”: Flotilla, la notizia peggiore è appena arrivata

Rappresentazione della Global Sumud Flotilla in avvicinamento a Gaza

La Global Sumud Flotilla, composta da circa 45 imbarcazioni con a bordo 300 attivisti, si trova a circa 270 miglia nautiche dalla costa di Gaza e si avvicina progressivamente alla cosiddetta “zona a rischio”. L’esercito israeliano (IDF) ha definito un piano operativo mirato a fermare la flottiglia prima che raggiunga le 50 miglia nautiche dalla costa palestinese, area soggetta al blocco navale israeliano.

Dettagli del piano operativo israeliano

Secondo fonti militari, l’azione israeliana prevede un intervento non letale per neutralizzare le navi della flottiglia. Il corpo d’élite della marina, la Shayetet 13, è stato incaricato di agire entro le prossime 48 ore, quindi prima della ricorrenza dello Yom Kippur.

La strategia include l’utilizzo di mini droni subacquei equipaggiati con cariche esplosive da circa 40 grammi, sufficienti a danneggiare elementi come timoni, derive o eliche delle imbarcazioni, impedendone la navigazione. Successivamente, squadre di abbordaggio con gommoni rigidi prenderanno il controllo delle navi per espellere gli attivisti senza ricorrere alla forza letale.

Non è escluso l’impiego di droni aerei per colpire gli alberi delle imbarcazioni, ma questa opzione comporterebbe un rischio maggiore di danni collaterali.

Timori e precedenti storici

Israele manifesta preoccupazione per la possibile presenza a bordo di infiltrati armati o provocatori, scenario che non può essere del tutto escluso dall’intelligence. Il riferimento più significativo rimane la Freedom Flotilla del 2010, durante la quale la nave Mavi Marmara fu teatro di un violento scontro che portò alla morte di dieci attivisti.

Imbarcazioni della Global Sumud Flotilla in mare aperto

Preoccupazioni e misure italiane

Il governo italiano segue con attenzione e preoccupazione l’evolversi della situazione. Il Ministero dell’Interno teme che un intervento militare possa scatenare proteste di massa e problematiche di ordine pubblico sul territorio nazionale.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha auspicato che l’azione si limiti a fermare e arrestare gli attivisti senza vittime, pur non escludendo il rischio di incidenti durante l’abbordaggio.

La Marina Militare italiana ha predisposto la fregata Alpino in stato di allerta per eventuali operazioni di soccorso e recupero in caso di naufragio o feriti. L’Italia ha inoltre avviato contatti diplomatici con le autorità israeliane per garantire la sicurezza degli attivisti e una gestione diplomatica degli eventuali incidenti.

Allerta interna e manifestazioni previste

Sul fronte interno, il Viminale si prepara a fronteggiare manifestazioni spontanee e presidi pro-Palestina nelle principali città italiane. È prevista per il 4 ottobre a Roma una grande mobilitazione nazionale, con un corteo che partirà da Porta San Paolo e arriverà a San Giovanni. Le autorità stimate prevedono la partecipazione di almeno 20 mila persone, con possibili numeri superiori.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha disposto un piano di sicurezza caratterizzato da controlli capillari in stazioni ferroviarie, caselli autostradali e fermate della metropolitana. Sono stati inoltre schierati idranti e reparti mobili per prevenire disordini.

Proteste studentesche e occupazioni

Le iniziative di protesta coinvolgono anche movimenti studenteschi e collettivi universitari. A Roma, il gruppo “Cambiare Rotta” ha organizzato un corteo presso l’Università La Sapienza a sostegno della Palestina e della Flotilla. Sono state inoltre registrate occupazioni di istituti come il liceo Cavour e presidi permanenti in diverse città, tra cui Torino.

Giovedì è prevista una manifestazione anche in Campidoglio da parte dei movimenti per la casa, con lo slogan “Blocchiamo tutto! Anche gli sgomberi”, che potrebbe unire varie proteste aumentando la pressione sul governo.

Manifestazioni di protesta legate alla situazione della Flotilla

Posizione europea e caso svedese

La Svezia ha comunicato di non poter fornire supporto consolare ai propri cittadini presenti sulla Flotilla, tra cui l’attivista Greta Thunberg. Il ministero degli Esteri svedese ha ribadito che Israele mantiene il blocco navale e considera qualsiasi violazione del blocco come illegale.

Le autorità svedesi hanno inoltre invitato i cittadini a non recarsi a Gaza, richiamando un avviso di viaggio in vigore da oltre dieci anni, sottolineando la gravità della situazione di sicurezza nella regione.

Prospettive e rischi imminenti

Con la Global Sumud Flotilla ormai prossima alla zona di blocco, le prossime 48 ore saranno decisive per l’esito dell’operazione. Israele punta a evitare un’escalation diplomatica mantenendo il blocco navale, mentre i Paesi europei, Italia inclusa, restano in allerta per tutelare gli attivisti e prevenire un nuovo caso internazionale.

Ogni azione sarà seguita con attenzione, poiché un singolo errore o incidente potrebbe riaccendere tensioni diplomatiche tra Tel Aviv e la comunità internazionale.

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