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Di Maio espelle ma fa male i conti: ora la maggioranza è a rischio. Salvini si imbufalisce

Li butti fuori e rischi di perdere la maggioranza. La follia a 5Stelle non conosce limiti. Dicono che Salvini non abbia per nulla preso bene la mossa di Di Maio. Le elezioni anticipate che loro due (i vicepremier) scongiurano sempre, ora a causa della “sbadataggine” dell’alleato 5Stelle potrebbero arrivare prima del previsto. I vertici della Lega sono stati colti di sorpresa dalle espulsioni in Senato: “Così i numeri cominciano ad essere risicati”.

Finora nessuno si è preso la briga di fare due conti in tasca alla maggioranza del premier Conte, ma se dovessero arrivare ulteriori espulsioni (quelle di Elena Fattori e Paola Nugnes) la maggioranza gialloverde al Senato scenderebbe a 163 unità, appena al disopra della soglia di sicurezza (161).

A quel punto basterebbe un raffreddore ad un senatore per mettere a rischio l’intero governo. E ci sarebbero ricadute pesanti anche sul lavoro delle commissioni. Tanto per fare un esempio lo scorso 13 dicembre il governo ha incassato la fiducia sul DDL Anticorruzione con 162 sì. Tradotto significa che se i due senatori pentastellati fossero già stati espulsi, M5s e Lega non avrebbero avuto la maggioranza assoluta.

Per questo dalle parti della Lega ci si comincia ad interrogare e a chiedersi a che gioco stia veramente giocando Luigi Di Maio: non è che qualcuno sta preparando il terreno per mandare a casa il governo anzitempo per garantirsi poi la rielezione (insieme a tutta l’attuale classe dirigente pentastellata) bypassando il regolamento 5Stelle che vieta espressamente la ricandidatura per la terza volta? Con la legislatura ancora agli albori tutto è più facile.

Intanto il Salvini pensiero vuole che si lasci stare Sergio Mattarella a cui, anzi, “va dato il massimo rispetto” (ed è per questo che il discorso di fine anno del Capitano leghista è arrivato solo dopo quello del Quirinale), anche se nel suo discorso di fine anno ha praticamente demolito l’intero governo e la sua scellerata manovra. Certo, Salvini e Mattarella non si sono mai particolarmente amati (eufemismo).

Salvini sa benissimo che sul Colle quando sentono il suo nome non fanno i salti di gioia ma ormai se ne è fatto una ragione. Anche per questo lo stesso Giorgetti, il plenipotenziario del Capitano leghista nonché tifosissimo del Southampton, già in tempi non sospetti giurava: “Nessun rimpasto, meglio le elezioni anticipate”. Ecco, elezioni anticipate: adesso Giggino ne caccia qualcun altro ed ecco che il conto è servito.

 

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