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Guerra fredda tecnologica tra Stati Uniti e Cina, ma quali sono conseguenze e opportunità per l’Europa?

Prosegue la guerra fredda tecnologica tra Stati Uniti e Cina, che di fatto, sta investendo tutto il mondo. Secondo Stephane Klecha, fondatore della banca d’investimenti Klecha & Co, le tensioni commerciali tra le due forze potrebbero rivelarsi un buon tornaconto proprio per il Vecchio continente, ad oggi svantaggiato in questa guerra digitale: “In questa fase in cui si stanno acuendo le tensioni tra i due Paesi, si aprono importanti opportunità per l’Europa. Sta per iniziare un momento d’oro per le tech companies europee ed italiane”. Una guerra non solo commerciale attraverso i dazi all’importazione di merci nei due Paesi, ma soprattutto “invisibile” perché giocata nel campo delle nuove tecnologie. L’evoluzione e le possibili implicazioni a livello globale dello scontro tra i due giganti dell’economia mondiale sono i temi affrontati dal Report “Toward a tech-driven cold war”, realizzato da Klecha & Co., banca d’investimenti privata internazionale specializzata nell’assistenza e consulenza finanziaria per aziende dei comparti IT, software e IoT, in collaborazione con Rosa & Roubini Associates.

Come sottolinea il Report, da un lato la Cina con il suo Piano di sviluppo “Made in China 2025”, intende diventare la prima potenza economica a livello mondiale nei 10 principali comparti hi-tech (robotica, aerospazio, AI, veicoli senza conducente, biotech, etc.), e acquisire il ruolo di leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale entro il 2030, guadagnando una fetta di mercato del valore di 150 miliardi di dollari, grazie all’utilizzo della tecnologia 5G, che consentirà comunicazioni ultrarapide e ad alto rendimento, e diventerà quindi il carburante delle città “intelligenti” e delle economie del futuro. Dal canto loro, gli Stati Uniti non intendono perdere terreno rispetto al concorrente cinese. L’attuale strategia degli USA è quella di puntare a limitare gli investimenti cinesi in settori strategici dell’industria americana e al tempo stesso a implementare il Piano nazionale di ricerca e sviluppo sull’AI e il suo impatto su settori.
“In questo contesto, l’Europa può ritagliarsi un ruolo di primo piano. Sul fronte degli investimenti, le tech companies europee in quanto soggetto neutro, beneficeranno da un influsso di capitali significativo e potranno infatti trarre un forte vantaggio da questa deglobalizzazione polarizzata”, ha commentato Stephane Klecha. Il fondatore di Klecha & Co, ha proseguito spiegando che le parallele disposizioni della Commissione Europea, sia in termini di investimenti diretti che in termini regolatori, rappresentano una protezione per gli operatori locali e de fatto generano nuovi standard internazionali, contribuendo ulteriormente alla crescita del settore in Europa.

 

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