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Hedge funds verso il trilione di dollari: quali sono i rischi?

Gli Hedge Funds vengono di volta in volta indicati come strumenti di investimento alternativi, fondi speculativi, fondi di fondi, sempre in contrapposizione con le forme di gestione dei risparmio di tipo tradizionale, regolate da leggi e regolamenti specifici che ne limitano l’operatività e il rischio. 

Secondo le stime di HFR, gli asset gestiti dagli hedge funds quantitativi supereranno la barriera del suono del trilione.

Nell’ottobre scorso si trovavano infatti a quota 940 miliardi, quasi il doppio rispetto al 2010. A rendere possibile la crescita degli hedge “quant” è stato il boom delle strategie di trading automatizzate, dominate da algoritmi e intelligenze artificiali, che in base ad una ricerca di dati decidono dove investire.

Lascereste gestire i vostri soldi da un’intelligenza artificiale? Se la risposta è «sì»  esistono due prodotti finanziari che fanno al vostro caso: i primi storici in cui a decidere cosa comprare e cosa vendere sono algoritmi e non esseri umani. Due pionieri di quello che accadrà in un terzo millennio destinato a essere sempre più dominato dall’intelligenza artificiale e senza l’intervento di gestori umani. Basti pensare che tra ottobre e novembre negli Stati Uniti e in Canada sono comparsi i primi due Etf.

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Già da tempo i big di Wall Street utilizzano potenti algoritmi per migliorare l’efficienza dei propri esperti e la precisione delle analisi predittivi, ora però le aziende fintech lavorano per offrire ai guru finanziari soluzioni legate alle Intelligenze Artificiali.

L’obiettivo è sempre lo stesso: guadagnare soldi più in fretta e rischiare di meno. Per farlo, serve integrare software di analisi dei big data, algoritmi di machine learning e particolari modelli specializzati.

L’introduzione delle macchine, permette di raccogliere e analizzare una mole incredibile di dati in pochi secondi, con grande efficienza e diminuzione di costi per il cliente finale.

Il futuro dell’economia e della finanza è sempre più connesso alle innovazioni tecnologiche. L’intelligenza artificiale al servizio dell’economia rivoluzionerà il settore.

I tempi in cui l’economia e la finanza si affidavano all’intuito e alle capacità dei singoli analisti di prevedere gli andamenti del mercato e le fluttuazioni dei titoli in borsa, sembrano essere ormai storia passata. Già da tempo i big del settore finanziario si sono affidati ad algoritmi e software per valutare le migliori opportunità di investimenti nel mercato finanziario. Questi strumenti permettevano di elaborare grandi quantità di dati in tempi che a un essere umano avrebbero richiesto settimane, ma non consentivano di effettuare previsioni senza l’ausilio di analisti e operatori finanziari.

L’utilizzo di questi nuovi sistemi è molto diffuso tra gli hedge fund, i fondi altamente speculativi, ma sta crescendo anche all’interno di banche e case di investimento più tradizionali. I grandi nomi della finanza americana e britannica come Goldman Sachs o Jp Morgan sono in prima linea nell’automazione dei processi di investimento 

La nuova frontiera da qualche tempo è arrivata anche ai piccoli investitori. Con i robo investing o il robo advisor, vale a dire i sistemi automatizzati di investimento e consulenza sui risparmi, possono accedere a questo nuovo mondo della gestione del proprio denaro. In futuro, invece di prendere appuntamento con il nostro consulente di banca, accenderemo il computer per rispondere a tre o quattro domande sul nostro profilo di rischio e sui nostri soldi. Poi l’algoritmo ci proporrà dove e come far fruttare i risparmi.  

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Ma con il dominio degli algoritmi si moltiplicano anche i rischi,come ha sottolineato un recente e molto interessante studio del Financial Stability Board (“Artificial intelligence and machine learning in financial services: market developments and financial stability implications”), l’organismo internazionale istituito dal G20 per monitorare la stabilità dei mercati mondiali. 

Uno dei principali rischi di adottare intelligenze artificiali è quella di utilizzare strategie d’investimento simili tra di loro . Questo può amplificare gli shok finanziari, ma anche essere utilizzato da criminali cybercriminali, per rubare informazioni o manipolare i prezzi. Un altro pericolo si tratta di un crescente numero di “terze parti” sui mercati, che potrebbe a sua volta avere ripercussioni imprevedibili sulle Borse. 

Ma un altro importante rischio è dato dal fatto che parte delle strategie di investimento adottate dalle intelligenze artificiali sono state sviluppate negli ultimi anni, ossia in un contesto di volatilità ai minimi storici e di solida crescita delle Borse, questi modelli possono non agire in modo ottimale durante crisi finanziarie.

Pertanto rimane una domanda da farsi : cosa avrebbero fatto gli algoritmi con intelligenza artificiale, quando il sistema finanziario mondiale collassò nel’autunno del 2008? 

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