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Hollywood, scomparso Joe E. Tata: il cordoglio del cast di Beverly Hills 90210

Dopo una lunga battaglia con l’alzheimer è morto a 85 anni l’attore Joe E. Tata, diventato famosissimo nella paterna figura di Nat, il titolare dell’iconico “Peach Pit”, pilastro della serie teen anni ’90 “Beverly Hills 90210”.

La notizia della morte è stata lanciata dalla figlia, Kelly, che con l’occasione ha voluto avviare una raccolta fondi su GoFundMe per l’Alzheimer’s Association.

Sono subito arrivati i messaggi di cordoglio dei principali attori dello storico cast dell’amatissima serie.

Jennie Garth, la bionda Kelly Taylor della serie: “Oggi un’altra grande perdita per la nostra famiglia. Ho il cuore molto triste, ma ricorderò sempre quel sorriso e quella risata maliziosa e amorevole. Mi sento come se ci fosse una festa di reunion in corso al Peach Pit in paradiso e trovo conforto sapendo che un giorno ci sarà un posto per me circondato dai miei cari amici. Invio abbracci a tutti coloro che hanno amato Joey. La perdita è così difficile…”.

Ian Ziering, il riccioluto Steve Sanders nello show: “Ricordo di averlo visto in Rockford Files con James Garner anni prima che lavorassimo insieme. Ha interpretato spesso uno dei cattivi di sfondo nella serie originale di ‘Batman’. Mi resta nella memoria come una delle persone più felici con cui abbia mai lavorato, era tanto generoso con la sua saggezza quanto con la sua gentilezza. Anche se il ‘Peach Pit’ era solo un set della serie, sembrava la scena del ‘Joe E. Tata Show’. In molte scene poteva anche restare sullo sfondo, ma era un leader, soprattutto per noi ragazzi. Oggi il mio sorriso si affievolisce, ma cullarsi nei ricordi più belli insieme, lo fa passare dai miei occhi al mio cuore, dove rimarrà sempre”.

Tori Spelling, figlia di Aaron, produttore di quella e di tantissime serie di culto e con il ruolo di Donna Martin nello show: “uno degli esseri umani più gentili, divertenti, professionali e straordinari. Non l’ho mai visto senza un grande sorriso stampato in faccia. Il suo umorismo era unico. Faceva sembrare brevi le lunghe giornate di lavoro”.