Pronti a tutto, senza mediazioni. Salvini e Di Maio vanno avanti con la manovra, destreggiandosi tra i timori di Tria, le turbolenze sui mercati, gli ammonimenti dell’Ue e lo spread tornato a salire proprio in queste ore. E ribadendo la loro unità d’intenti, uno accanto all’altro per mantenere fede alle promesse fatte agli italiani. Con l’ennesimo giallo che ha sollevato più di un dubbio su quanto sta accadendo in questi giorni all’interno della maggioranza gialloverde. Protagonisti il Comandante Matteo e lo stesso ministro Tria, che in in commissione Bilancio ha parlato di interventi “previsti per la flat tax dal governo che avranno un costo nel primo anno di soli 600 milioni, per poi salire a 1,8 miliardi nel 2020 e a 2,3 miliardi nel 2021: in totale 4,7 miliardi in tre anni”.
Un concetto rilanciato anche dal collega pentastellato Di Maio: “Non si può tornare indietro. Se vengono a dire che non possiamo toccare la legge Fornero questo è un giudizio politico. Io i cittadini non li tradisco”. Parole che non fanno che accendere gli animi in un momento in cui il governo viene descritto dai giornali come vicino a una spaccatura proprio intorno alla manovra, con il ministro Tria già finito nel mirino e pronto a salvare, con conseguenze che andrebbero a interessare l’intero esecutivo Conte. Il conto alla rovescia verso il giorno della verità inizia ad avvicinarsi pericolosamente allo zero.