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I fratelli Bianchi condannati all’ergastolo: speravano in una condanna più mite

I due fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, avvenuto a Colleferro nel settembre del 2020. Quella pronunciata dal tribunale di Frosinone è però solo una sentenza di primo grado e i due, insieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, sperano ancora in una attenuazione della pena nei gradi successivi di giudizio. Come racconta Il Messaggero, però, i due si attendevano già una condanna più mite da parte dei giudici.

I fratelli Bianchi

L’inviato del quotidiano romano si reca nella villa dove risiede la famiglia Bianchi ad Artena, in contrada Columbro. Ma al citofono non risponde nessuno. Allora il giornalista prova a contattare telefonicamente il terzo fratello di Marco e Gabriele. “È un giornalista? Non ho niente da dire, buona serata”, taglia però corto Alessandro Bianchi che, in questi giorni, non ha aperto nemmeno il suo locale, il Nai Bistrot.

Il Messaggero rivela comunque che i due fratelli Bianchi credevano davvero di poter ricevere una condanna meno dura dell’ergastolo. Gabriele lo avrebbe confidato ad alcuni amici: “Ci ha detto che voleva vedere crescere il figlio, ora non sarà così”. La sua compagna ha infatti partorito da poco, ed era incinta all’epoca del pestaggio subito da Willy.

Al momento del pronunciamento della sentenza che li ha condannati all’ergastolo però, i fratelli Bianchi non sono apparsi così remissivi come vorrebbero far credere di essere. Secondo il racconto dei presenti nell’aula del tribunale di Frosinone, infatti, i due esperti di arti marziali avrebbero cominciato ad urlare e ad inveire contro i giudici, mentre gli agenti della polizia penitenziaria li portavano via per condurli nelle loro celle.

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