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I leghisti insorgono contro Salvini: “Chiusi in casa fino a maggio, ci prendi in giro”

Non è proprio un momento fantastico per Matteo Salvini, costretto a fare i conti con le accuse dei suoi stessi sostenitori da diverse settimane a causa di una strategia politica a dir poco schizofrenica. Da un lato, il leader della Lega invoca infatti da tempo riaperture, in contrasto con l’operato del governo Draghi. Dall’altro, gli esponenti del suo stesso partito con ruoli chiave nell’esecutivo si trovano invece a dover giustificare provvedimenti che vanno in ben altra direzione. La misura, per i militanti del Carroccio, sembra colma.

I leghisti insorgono contro Salvini: "Chiusi in casa fino a maggio, ci prendi in giro"

A far insorgere gli stessi utenti vicini solitamente a Salvini sono stati gli ultimi sviluppi sul fronte restrizioni. Il nuovo decreto approvato dall’esecutivo ha infatti certificato che non ci saranno zone gialle per tutto il mese di aprile, misura voluta per evitare che la curva dei contagi possa di nuovo impennarsi in maniera pericolosa. L’unica concessione? La norma che prevede la possibilità di allentare le misure nelle Regioni in regola con le vaccinazioni degli anziani. Di fatto, nessuna.

Salvini ha cercato ugualmente di intestarsi i meriti di questo passaggio, ma è finito travolto dalla rabbia dei leghisti stessi, che hanno presto intuito la reale portata della norma. “Ma sai leggere? Fino al 30 aprile non ci saranno zone gialle. Smettila di prenderci per il c***” si legge in uno dei commenti apparsi sulla pagina di Salvini. E ancora: “Se hai un minimo di dignità, ritira i tuoi ministri immediatamente dal governo”.

Le ultime scelte del governo sembrano molto indigeste ai leghisti, in un susseguirsi di lamentele e attacchi a Salvini: “Hai capito o no che conti come il 2 di bastoni quando regna denari”.”Ma te pensi che la gente non legge i decreti legge che anche tu hai discusso e dato il via libera? Dopo Pasqua non si riapre un bel niente mettiamoci l’anima in pace, basta illudere le persone!”. Insomma, il leader del partito rischia di perdere anche il sostegno dei propri elettori. Non proprio un segnale incoraggiante, considerando i sondaggi già in calo.

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