Esiste davvero il rischio che vaccini prodotti in Europa finiscano prima nelle mani dei medici americani e poi nel resto nel mondo? A quanto pare l’ipotesi non è del tutto irrazionale. Le aziende farmaceutiche private sembrano infatti già pronte a fornire al miglior offerente le prime dosi per contrastare il Covid-19, ancora in fase di sperimentazione. A curarsi prima, come stabiliscono le dinamiche di mercato, saranno i Paesi disposti a investire di più.
Come raccontato da Open, dopo la questione mascherine e ventilatori a rianimare il dibattito internazionale è arrivata la casa farmaceutica francese Sanofi. Dal momento che “hanno investito di più”, gli Stati Uniti “avranno diritto all’ordinazione del vaccino in via prioritaria e in maniera più consistente” ha spiegato l’azienda. Dando così ancora una volta un carattere prettamente geopolitico a un’operazione in cui la solidarietà è e resta solo di facciata.
“Gli Stati Uniti hanno già previsto di versare centinaia di migliaia di euro, mentre con le autorità europee siamo ancora a livello di pour parler” ha dichiarato candidamente a Bloomberg il manager di Sanofi, Olivier Bogillot. “In questo periodo gli americani sono efficaci e anche l’Ue deve esserlo altrettanto, aiutandoci a mettere a disposizione molto rapidamente il vaccino”.
La Francia, che sa bene il pericolo sanitario e politico a cui va incontro, è prontamente intervenuta definendo “inaccettabile” la posizione di Sanofi, e così i rappresentanti dell’Unione Europea. Edouard Philippe, primo ministro francese, ha ricordato che “un accesso uguale e pubblico al vaccino non è negoziabile”.
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