Vai al contenuto

Ico e venture capital: per le startup soldi facili, ma quali rischi per gli investitori?

Perché le Ico insidiano l’industria dei venture capital

Finanziamenti Venture Capital? Per le startup oggi è più facile ottenerli con le Ico. Questa nuova soluzione consente loro di raccogliere denaro in maggiore quantità attraverso la vendita di token e criptovalute agli investitori. Il processo è più veloce perché possono guadagnare facilmente senza dover sottostare alle regolamentazioni dei VC. Ma è tutto così semplice?
Il problema principale è che la vendita delle Ico non è regolamentata, così spesso si rivela molto aggressiva. Lo testimoniano numerosi video-spot e banner su Youtube e Facebook, canali dove riscuotono molto successo e stanno insidiando gli investimenti dei VC. Le startup riescono a sedurre facilmente persone che conoscono poco il settore ma sono attratte da guadagni facili e veloci.
Con le Ico realizzano il sogno di raccogliere fondi senza cedere quote della società né conferire il diritto di voto agli investitori, lasciati privi di tutele. Questo approfittare dell’assenza di regolamentazione è un problema che diversi Paesi hanno iniziato a combattere. In Cina e in Corea del Sud la vendita delle nuove monete è già stata bloccata; gli Stati Uniti la consentono ancora, ma hanno messo in guardia dai pericoli sottesi.
Leggi anche: ICO: Initial Coin Offering, il finanziamento smart

Investimento fruttuoso o bolla finanziaria?

Il successo delle Ico è dovuto soprattutto alla psicologia umana, che si lascia sedurre dall’idea di fare tanti soldi in modo veloce e senza sforzo. Chi non conosce il settore delle startup tende a cadere più facilmente nella rete di questa illusione e rischia di pagarne seriamente le conseguenze perdendo tutto ciò che ha investito.
L’ipotesi è realistica, se non certa, visto che più del 90% delle nuove imprese fallisce. Le Ico potrebbero rivelarsi solo una bolla finanziaria a vantaggio delle startup, le quali conoscono bene i pericoli ma non ne mettono al corrente le persone. A loro conviene fare il proprio gioco promettendo investimenti fruttuosi invece che fare informazione.
Lo scenario che molti ipotizzano è poco confortante. Le criptovalute legate alle Ico un giorno non lontano avranno un valore pari a zero. La bolla potrebbe scoppiare da un momento all’altro senza che nessuno possa fare niente. Presto porterà a bruciare i risparmi di coloro che hanno creduto che potesse essere realtà.

In Italia un investimento speculativo ad alto rischio

Sotto il profilo giuridico, in Italia le Ico sono riconducibili al contratto di compravendita. Tuttavia, a causa dell’assenza di regolamentazione, gli investitori non sono tutelati nei loro confronti, come accade nei tradizionali sistemi di finanziamento per le startup. Per ora vanno quindi considerate solo un investimento meramente speculativo ad alto rischio.
Questo problema non è soltanto italiano, ma interessa anche Paesi che hanno fatto del rigore la propria bandiera. Tra essi figura la Svizzera, considerata una sorta di “paradiso delle Ico”, che sta già lavorando per dotarsi quanto prima di un quadro normativo idoneo a regolamentare il nuovo tipo di vendita che rischia di sfuggire ad ogni controllo.
Come sosteneva Edward Chancellor, esperto di bolle finanziarie, “una bolla cresce rapidamente, deliziandoci con i suoi riflessi brillanti, ma poi scompare alla stessa velocità. È sostenuta solo dall’aria e dal vento”.
Lo stesso potrebbe accadere con le Ico, che indubbiamente hanno il pregio di avere una grande portata innovativa nel settore. Tuttavia è bene attuare un sistema di regole per accompagnare il cambiamento, evitando che lo paghino solo gli investitori.
Leggi anche: IOTA, la criptovaluta dell’Internet of Things, è in crescita