Vai al contenuto

Il cardinale condannato a 5 anni e mezzo di reclusione

In un’importante sentenza di primo grado, il Cardinale Angelo Becciu è stato condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione per il suo coinvolgimento nella compravendita di un palazzo a Sloane Avenue 60 a Londra, finanziato con i soldi della Segreteria di Stato. La sentenza, letta dal presidente del tribunale vaticano Giuseppe Pignatone, comprende anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e una multa di 8mila euro.

Questo processo ha visto l’imputazione di dieci individui, con il Cardinale Becciu condannato specificamente per due episodi di peculato e per il caso legato a Cecilia Marogna, una donna sarda ingaggiata da Becciu, allora Sostituto agli affari generali della Segreteria di Stato, per le sue presunte competenze di intelligence.

Le sentenze hanno riguardato anche altri attori chiave: il broker Gianluigi Torzi è stato condannato a 6 anni di reclusione, il finanziere Raffaele Mincione a 5 anni, mentre Enrico Crasso, che per anni ha gestito gli investimenti della Segreteria di Stato, e Fabrizio Tirabassi, minutante della stessa, hanno ricevuto entrambi 7 anni di carcere. Cecilia Marogna è stata condannata a 3 anni.

Dopo la sentenza, l’avvocato Fabio Viglione, difensore di Becciu, ha espresso rispetto per la decisione ma ha annunciato l’intenzione di presentare appello, una mossa che al momento impedisce l’incarcerazione del Cardinale. Il caso risale all’ottobre 2020, quando Papa Francesco ha accettato le dimissioni di Becciu da prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, sospedendo anche i diritti connessi alla sua dignità cardinalizia. Le future decisioni riguardanti il caso rimangono di competenza del Pontefice.