Un passaggio che a molti italiani è arrivato ovvio, scontato. E che nasconde in sé, invece, una svolta nell’azione del governo e soprattutto negli orientamenti del premier Giuseppe Conte. Che, a parole, ha ribadito in questi giorni l’importanza del parere del comitato tecnico-scientifico, che continuerà a svolgere un ruolo importante anche durante la Fase 2. E che però, nei fatti, lo ha scavalcato, causando una frattura mai venuta alla luce nelle passate settimane.
A prevalere, però, è stata alla fine la disperazione degli italiani che chiedevano disperatamente di poter tornare al lavoro. Conte ha deciso in piena autonomia, come sottolineato dallo stesso premier lontano dalle telecamere, assumendosi i rischi del caso. Lo stesso Roberto Speranza, che avrebbero voluto rimandare alcune riaperture e mantenere il lockdown per un altro periodo, era contrario. A spingere il premier, la risposta positiva data finora dai cittadini: “Hanno capito l’importanza delle protezioni e del distanziamento”.
In accordo con il ministro per gli Affari Regionali, ma lasciando ai vari enti locali la responsabilità di validare i rispettivi protocolli, si è arrivati così alla decisione finale, nella convinzione che fosse impossibile aspettare ancora di più e che fosse necessario allentare molte delle rigidità inizialmente previste e pensate. Conte ha rotto con gli scienziati per schierarsi con i cittadini. Dimostrando ancora una volta di non aver paura di decidere.Londra prenota 30 milioni di dosi di vaccino prodotto tra Oxford e Pomezia